Taradash: “America, mercato e individuo sono le fonti di ispirazione dei Riformatori Liberali"
Intervista a Marco Taradash di Attilio Arcuri su www.Diario21.net (29 novembre 2005)
“Noi siamo sempre stati convinti che i Radicali non dovessero esiliarsi dal bipolarismo e che dovessero fare una scelta. Naturalmente speravamo che la facessero con il centro-destra, perché ci sembra che, al momento, il centro-sinistra non offra grandi possibilità di lavoro per smantellare i privilegi e la burocrazia”. E’ quanto afferma Marco Taradash nell’intervista al nostro giornale, alla vigilia della prima Assemblea Nazionale dei Riformatori Liberali, il nuovo soggetto politico nato dopo la decisione di Capezzone, Bonino e Pannella di unirsi allo Sdi di Boselli e confluire nell’Unione.
Lei, insieme con Peppino Calderisi, Carmelo Palma e Benedetto Della Vedova, ha dato vita ai Riformatori Liberali. Quale il progetto di questo nuovo soggetto politico? “E’ il tentativo di rinnovare la forza di riforma della Casa delle Libertà nel senso delle grandi riforme liberali che erano state promesse ma che solo in parte, in certi casi in piccolissima parte, sono state realizzate. Si tratta dell’economia, della giustizia, delle riforme in materia di diritti civili. Crediamo che sia necessario che Berlusconi non si trovi a dover mediare soltanto fra gruppi e correnti più o meno stataliste, che si legano a difesa di interessi corporativi in un senso o nell’altro. C’è bisogno di una forza liberale che creda nell’economia di mercato e che combatta le situazioni di privilegio. Noi cerchiamo di operare in questo senso”.
E’ la risposta ai Radicali Italiani che hanno scelto l’Unione? “E’ anche questo. Noi siamo sempre stati convinti che i Radicali non dovessero esiliarsi dal bipolarismo e che dovessero fare una scelta. Naturalmente speravamo che la facessero con il centro-destra perché ci sembra che al momento il centro-sinistra non offra grandi possibilità di lavoro per smantellare i privilegi e burocrazia. Il centro-destra ha molti limiti, però il suo elettorato ha chiesto a Berlusconi meno tasse, meno impacci legislativi, regole essenziali; il centro-sinistra ha sempre combattuto le riforme del centro-destra quando queste andavano nella direzione che a noi pare giusta, ad esempio la legge Biagi, la riforma delle pensioni e certi aspetti della riforma della scuola. Gli aspetti che noi giudichiamo più liberali hanno trovato il centro-sinistra all’opposizione durissima, quindi non sappiamo bene cosa potrà fare Pannella per modificare l’orientamento del centro-sinistra”.
Con la discussione attorno al Concordato, il tema della laicità dello Stato è prepotentemente ritornato in auge. Quale il suo parere? “La discussione è partita male, perché sollevare la questione del Concordato nel momento in cui la Chiesa si sente forte perché sul referendum sulla fecondazione ha convinto forse la maggior parte degli italiani a non andare a votare e se ne è assunta il merito, perché siamo alla vigilia delle elezioni, per cui tutte le forze politiche non hanno vera forza e vera intenzione di mettere in discussione i privilegi della Chiesa, beh… ci è sembrato che da parte di Boselli porre la questione del Concordato sia stato un grave errore. Detto questo, crediamo che ci sia da una parte una giusta richiesta del mondo cattolico di partecipare attivamente alla vita politica del Paese ma al tempo stesso un certo sfruttamento da parte delle gerarchie ecclesiastiche di questa richiesta a scopi che mi sembrano di conservazione dei privilegi”.
La legge elettorale cosi come riformata dal centro-destra, lei la condivide? “No, non la condivido anche se mi rendo conto che la legge in vigore andava modificata, perché non ha garantito ciò che gli autori si aspettavano, cioè la governabilità del Paese. Io e tutti gli altri amici che partecipiamo ai Riformatori Liberali abbiamo avversato il Mattarellum però la risposta giusta ci sembra che vada in una direzione opposta, che è quella dell’abolizione della quota proporzionale non quella dell’abolizione della parte uninominale. Si è trovata un’altra soluzione di compromesso, il proporzionale con il premio di maggioranza, temo che non funzionerà, però visto che le leggi elettorali vanno viste sul campo, aspettiamo qualche mese prima di dire la parola definitiva”.
Domani, si svolgerà a Roma la prima Assemblea dei Riformatori Liberali. Al centro dell’iniziativa avete posto lo slogan “America, Mercato e Individuo”. Sono i tre punti fondamentali del vostro programma politico? “Sono le tre fonti di ispirazione. L’America ha sempre riscattato dalla tirannia i Paesi che via via è stata costretta a difendere, altri dicono ad invadere… ma l’Italia, la Germania e il Giappone sono sfuggiti al nazifascismo grazie all’America. La Russia e tutti i paesi dell’est europeo sono sfuggiti al comunismo grazie all’America. Oggi, ci auguriamo che anche i Paesi che vivono sotto la pressione delle teocrazie o delle dittature islamiche possano, grazie all’America, trovare la strada della democrazia. Mercato, perché crediamo alla concorrenza, crediamo che si debbano abbattere tutte le barriere che impediscono oggi ai più giovani, ai più meritevoli, di entrare nel mondo del lavoro e di trovare soddisfazione per le loro aspirazioni e possibilità. Individuo, perché siamo convinti che la coscienza individuale, unita alla responsabilità, debba dare le risposte ultime sulle questioni etiche che ognuno di noi si trova ad affrontare nel corso della vita, non arrendendosi alle posizioni che lo Stato e la Chiesa, attraverso le leggi o i dogmi vorrebbero imporre come se fossero verità assolute”.