20.11.05

Sì a scelte laiche, no allo scontro tra guelfi e ghibellini

di Benedetto Della Vedova e Marco Taradash
La politica italiana sembra in questi giorni monopolizzata da uno scontro tra “guelfi” e “ghibellini”. Uno scontro artificialmente alimentato proprio da coloro che da questo scontro traggono il massimo di utilità, i neoguelfi e i neoghibellini; con il terzo, la Chiesa Cattolica italiana, che, assistendo alle gesta dei due litiganti, “gode” di un’attenzione mai ricevuta negli ultimi decenni. In questo scontro tra clericali ed anticlericali non ci riconosciamo e ad esso non partecipiamo perché vediamo forte il rischio che in ogni caso ad avere la peggio siano proprio i cittadini italiani, che non dovrebbero essere trattati da sudditi né della Chiesa né dello Stato.

Noi siamo “laici”. I temi, più noti, della libertà individuale di fronte al condizionamento delle maggioranze e quelli, ancora in buona misura incogniti, della biopolitica, ci preoccupano, ci occupano e ci appassionano: ma proprio per questo riteniamo debbano essere affrontati con animo scevro dal pregiudizio anticlericale.

Noi Riformatori Liberali difendiamo e difenderemo la legge 194, non perché è una Legge “a favore” dell’aborto, ma perché ha regolamentato l’interruzione di gravidanza sconfiggendo la piaga dell’aborto clandestino; proprio nel quadro di un’applicazione letterale della 194 siamo favorevoli all’introduzione generalizzata della RU486, in modo da consentire ai medici a alle donne l’utilizzo della tecnica più appropriata senza incomprensibili divieti del ricorso all’aborto farmacologico.

Consideriamo il via libera al cosiddetto “divorzio breve” nient’altro che una attualizzazione della legislazione introdotta oltre trent’anni fa. Siamo e saremo a favore del riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, in primo luogo di quelle omosessuali per le quali oggi non vi è alcuna possibilità di essere riconosciute come tali. Riteniamo urgente aprire la discussione parlamentare in vista di una disciplina dell’eutanasia e del “testamento biologico” che, attraverso garanzie e vincoli, metta fine alla pratica dell’eutanasia clandestina denunciata dall’ex Ministro Veronesi.

Non riteniamo, però, che questi provvedimenti implichino una battaglia a tutto campo “contro” la Chiesa, in cui si riconoscono milioni di italiani di ogni orientamento politico, ivi compresi milioni di cattolici liberali che guardano al centrodestra (e che spesso compiono scelte diverse da quelle indicate dal magistero). La Chiesa opera oggi come una grande agenzia del consenso; una lobby potente, certo, ma che gioca le sue carte in modo aperto e in un dibattito pubblico.

Sta alla politica rivendicare e praticare la propria totale autonomia nelle decisioni legislative e di Governo. Nella storia del dopoguerra la Democrazia Cristiana difese l’autonomia della politica, consentendo che venissero varate leggi (aborto e divorzio per tutte) che incontravano la più totale contrarietà della Chiesa ma contro le quali la DC si limitò a votare in Parlamento, senza erigere alcuna barricata o utilizzare di espedienti che potessero impedire alla maggioranza laica presente nel paese di trovare il suo corrispettivo nelle Camere.

Sarebbe paradossale che oggi la Casa delle Libertà desse invece l’impressione di aspirare ad essere, tout court, la “cinghia di trasmissione” delle posizioni e della volontà delle gerarchie ecclesiastiche nelle aule parlamentari. Se anche fosse vero che la maggioranza gli elettori della CdL si riconoscono in toto nelle posizioni della Chiesa, è certo che una parte consistente del voto al centrodestra e a Silvio Berlusconi esprime una posizione di modernizzazione liberale e laica della società italiana. Rinunciare alla rappresentanza di questi elettori, convinti sostenitori delle politiche di Berlusconi sui temi dell’economia, della giustizia e della politica internazionale, sarebbe suicida dal punto di vista elettorale.

I Riformatori Liberali, a pieno titolo una componente della CdL, intendono costituire, senza settarismi ideologici ma anche senza timidezze, un punto di riferimento politico elettorale per gli elettori laici che vogliono sostenere lo sforzo di modernizzazione liberale della società italiana contro il potere conservatore del centrosinistra, senza rinunciare a vedere rappresentate nella loro espressione di voto anche a quelle idee che contrastassero con alcune posizioni fortemente sostenute dalla Chiesa.