5.11.05

Riforma Moratti – “Sciagurata, indecente , inaccettabile”. Anzi no

«È una riforma sciagurata, indecente e assolutamente inaccettabile». E’ il 28 settembre scorso. Il rettore della Statale di Milano, Enrico Decleva, vicepresidente della Conferenza dei rettori, parla a Repubblica della riforma Moratti sulla docenza universitaria. E’ passato poco più di un mese. Nel frattempo una marea ululante di studenti, trasformati in carne da corteo dai magnifici rettori delle Università italiane, ha simulato il ’68 davanti ai palazzi del potere romano, ha spernacchiato e si è fatta spernacchiare. Respinta, è riparata in attesa di ordini, malconcia, ma abbeverata da un vicepresidente buonista e di sinistra, nelle trincee scavate a guardia del potere universitario. Il vice capo dei rettori, Decleva appunto, però ha cambiato idea. Ieri al Corriere della Sera dichiara che ”A una lettura attenta, la riforma non meritava tanta agitazione. Che le si imputino chissà quali nequizie mi pare una forzatura, piuttosto si può parlare di riforma mancata, di delusione”. Ah, vedi un po’.
Fatevi un giro su google: troverete un urlo lungo centinaia di pagine contro la precarizzazione dei docenti, la mercificazione della scuola, lo smantellamento dell’università pubblica coi diesse, mica i comunisti, che denunciano in aula il “disegno di legge lobbistico” e l’ennesima “buffonata” del governo per poi appellarsi come di routine antiparlamentare al capo dello Stato perché non firmi il provvedimento.
All’improvviso però da Milano arriva il contrordine compagni. “Tanto rumore per nulla ?” chiede il Corriere della sera a Decleva. Imperturbabile il rettore risponde: “Prenda il caso dei ricercatori con contratto a tempo determinato: se a un ateneo non piace, semplicemente non lo fa, mica è obbligatorio. Possiamo tranquillamente assumerli a tempo indeterminato per altri otto anni: davanti alle difficoltà si è rimandato al 2013, e chi vivrà vedrà. Questa non è una riforma, è un provvedimento ponte”.
Capito? Fase uno, detta della presa del potere (fallita, come al solito): assalto all’arma bianca contro la riforma, usando giovani studenti che, dismessi i panni del kamikaze indossati nelle recenti manifestazioni pacifiste, fanno harakiri rispetto ai loro veri diritti e ai loro verificabili meriti; eccoli all’attacco, in nome e per conto degli intoccabili baroni universitari che li buttano avanti dopo averli ubriacati d’ideologia.
Fase due, detta dell’egemonia culturale (di solito funziona): persa la battaglia politica ci si appresta a vincere la guerra ideologica sfruttando la tiepidezza e l’insicurezza della maggioranza. E così, da un lato si annuncia il boicottaggio di quanto è stato deciso dal parlamento: in nome dell’ autonomia i ricercatori diventeranno todos caballeros, non vi sarà nessuna selezione di merito, e sulle bacheche, in luogo delle discipline e dei corsi, verranno appesi enormi manifesti con su scritto “vitalizio, vitalizio”; dall’altro i membri del circolo dei Baroni ora vanno cogliere fior da fiore le critiche di chi aveva analizzato la riforma con occhiali liberali e liberisti e aveva sollecitato il governo a rafforzare quegli elementi di concorrenza, meritocrazia e differenza salariale che sono necessari per rinnovare l’insegnamento e far funzionare meglio l’Università italiana. Furbini no?
Alla fine dell’intervista Decleva ci spiega fra le righe cosa farebbe il governo Prodi. Di che cosa ha bisogno l’Università? Di regole condivise! E di cos’altro? Di andare oltre l’interpretazione rissosa del bipolarismo che sarà la sua fine.
Capito? Prima creano la rissa, su questo come su tutto, e poi ci spiegano che serve l’ordine nuovo. Ma noi lo conosciamo già quell’ordine. Si chiamava, e si chiama, ammucchiata, e camera delle corporazioni, e produttività che annaspa, e qualità che declina. E debito pubblico a riempir la fossa per i giovani di domani.

10 Comments:

Blogger Diego said...

Colgo con onore l'occasione si scrivere il primo commento (escludendo il fastidiosissimo spammer) al primo post di un blogger così autorevole.
1000 di questi post!
JA

8:15 PM  
Anonymous Anonimo said...

Complimenti a Marco Taradash per il post e per il partito, che sono molto tentato di votare alle prossime elezioni.
Cmq indirettamente, ma molto indirettamente, io e te(lei) ci conosciamo. Tua (sua) sorella affitta una casa a Lipari e quella casa è della nonna di un mio amico.
Beh, caro Marco
ti saluto
A presto
Giovanni Boggero
Torino

11:56 PM  
Anonymous Anonimo said...

Benvenuto tra i blogger!!

Ci vediamo a dicembre all'assemblea nazionale.

Gionata Pacor

7:56 PM  
Blogger Jinzo said...

Benvenuto trai bloggers Marco.
Sono veramente felice di questa tua iniziativa.
Ti lynko immediatamente e spero che anche tu possa fare lo stesso.

Forza Riformatori Liberali!!

P.S.: gran bel post.

A questa tua frase:

"Si chiamava, e si chiama, ammucchiata, e camera delle corporazioni, e produttività che annaspa, e qualità che declina. E debito pubblico a riempir la fossa per i giovani di domani".

Aggiungerei l'elemento chiave della politica del centro sinistra, che poi è la conseguenza dell'ultimo punto:
"...e tasse per metterci la toppa".

Ciao! A presto.

8:18 AM  
Anonymous Anonimo said...

Grande Marco! Questo articolo lo avevo gia fatto circoloare nella mailing list del blog Della Vedova 2006

Giovanni

12:01 PM  
Blogger Domenico Naso said...

Benvenuto nella blogosfera!
Sarò un vostro elettore, non mi deludete anche voi eh? ;)

PS: linko subito. :)

1:12 PM  
Anonymous Anonimo said...

Se Decleva è il vicepresidente della conf. dei Rettori, figuriamoci gli altri.
rtm

6:17 PM  
Anonymous Anonimo said...

ma non eri socialista o qlc del genere? ora sei liberale? c'e' molta confusione in giro

1:37 AM  
Anonymous Anonimo said...

imparato molto

11:40 AM  
Anonymous Anonimo said...

necessita di verificare:)

11:43 AM  

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