25.1.07

Mastella negazionista di se stesso.


Alla fine abbiamo scoperto che quella di Mastella sul negazionismo è una bufala. Un po’ come quella di Padoa Schioppa sui Suv. Allora si cominciò a dire che si voleva punire lo spreco individuale e sanzionare adeguatamente i buzzurri col Porsche Cayenne e si finì, come avevamo previsto, ad alzare le tasse automobilistiche su tutti, e specialmente sui più disgraziati, quelli che non ci hanno nemmeno i soldi per comprarsi la Punto Fiat con la generosa sovvenzione del governo.

Così Mastella: prima minaccia tuoni e fulmini contro i cultori di un genere letterario squalificato e demente, l’antisemitismo in salsa intellettuale, poi fa retromarcia e aggiunge un nuovo comma, il decimilionesimo, al repertorio giudiziario che già abbondantemente sanziona i reati di propaganda nazista, razzista o di istigazione alla violenza in genere (vedi fra l’altro la legge Mancino). Una bufala insomma, con Mastella negazionista di se stesso: “Non intendo perseguire i reati di opinione”. Dicono che con la nuova legge Ahmadinejad potrebbe essere portato davanti a una corte internazionale penale. Come no! Ci manca solo che la Procura di Milano si attrezzi all’uopo. Noi ci accontenteremmo che il Governo di cui Mastella fa parte interrompesse il flirt politico-affaristico col nazislamista di Teheran, ma Prodi e D’Alema non ci pensano nemmeno. Un risultato comunque c’è stato: alla fine Mastella è riuscito nell’impresa di far apparire perfino il ministro Mussi come un fiero avversario del giustizialismo.

Una Corte Costituzionale sovietica


Cosa c’è di incostituzionale nel fatto che un cittadino imputato o arrestato, sottoposto a processo, finalmente riconosciuto innocente da un giudice indipendente, possa tornare libero e senza pensieri alla vita civile? Cosa c’è di incostituzionale nel fatto che una persona, la cui vita professionale, affettiva, pubblica, sia stata sequestrata per anni dalla trafila giudiziaria, dalle sue lentezze e dalle sue ansie, le cui finanze sono state munte per anni dai costi processuali, finalmente riconosciuta innocente da un giudice indipendente, possa considerare chiusi i suoi conti con la giustizia dello Stato? Leggeremo cosa c’è di incostituzionale quando la Consulta pubblicherà la sentenza con cui ha ieri cancellato la legge Pecorella che aboliva la possibilità di ricorso in appello da parte della pubblica accusa in caso di proscioglimento nel processo di primo grado.

Non condivido affatto il merito della sentenza, e, a occhio e croce, la giudico un ennnesimo atto della guerra politica imbastita, organizzata e condotta con ogni mezzo e agni costo da una parte, piccola forse ma dominante, del potere giudiziario contro Silvio Berlusconi. Al costo anche di sacrificare un principio giuridico fondamentale di libertà. Ma se la Consulta avesse ragione, e se l’Italia fosse così diversa dagli stati liberali del mondo, ci chiediamo se la Costituzione di cui dispongono i magistrati della Consulta non sia troppo simile a quella che nella vecchia Urss consentiva ai giudici sovietici di tradirne quotidianamente la lettera, e di usare i cittadini come meri strumenti del controllo politico dello Stato

23.1.07

Afghanistan. Ecco perché la Cdl dovrebbe votare no.


Se fosse vero quanto scrivono i giornali, e cioè che una decina di senatori della maggioranza sarebbero tutt’ora intenzionati a votare no al rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan, mi auguro che il Centrodestra ritiri l’annunciato sostegno al Governo. Se infatti Prodi venisse clamorosamente sconfitto, il voto del Parlamento difficilmente produrrebbe il ritiro delle truppe da Kabul in tempi brevi, ma certamente causerebbe il ritiro immediato del Centrosinistra da Palazzo Chigi. A quel punto si aprirebbero due strade: o la formazione di una nuova maggioranza temporanea di “larga intesa euroatlantica” destinata a portare il paese alle urne in tempi ragionevoli salvaguardandone la collocazione internazionale; oppure si andrebbe a elezioni anticipate.

Il maggior vantaggio non c’è dubbio che lo ricaverebbe Forza Italia, che potrebbe bloccare sul nascere le manovre che, all’interno del centrodestra, porterebbero alla liquidazione della leadership di Silvio Berlusconi, e quelle che nel centrosinistra puntano all’acquisizione di nuovi alleati intorno a candidature sulla carta stravincenti. Ma anche le altre formazioni dell’opposizione si troverebbero nella condizione migliore per sottoscrivere un nuovo patto di alleanza riformatrice sulla base di proposte di liberalizzazione dell’economia, e di riforma costituzionale, federalista e del sistema giudiziario, bloccando sul nascere le controriforme avviate dal centrosinistra.

Roma, 23 gennaio 2007

17.1.07

Europa e Italia complici del nazismo iraniano


Sarà bene che rimanga nella nostra memoria l’intervista al premier iraniano Ahmadinejad pubblicata oggi dal Corriere della Sera, che la riprende da El Mundo. Alla domanda sulla sua intenzione di distruggere Israele Ahmadinejad risponde indirettamente in questo modo: “Se l’Olocausto è stata una realtà, perché non esistono informazioni chiare? Tutti abbiamo potuto vedere che qualunque ricercatore che voglia farsi aprire delle porte per indagare viene condannato. Se effettivamente l’Olocausto è avvenuto, dove è avvenuto?”.
Sono parole che diffondono il tanfo della violenza e del nazismo. E che dovrebbero essere sufficienti per creare un cordone sanitario planetario intorno al regime degli ayatollah. Eppure l’Europa pare indifferente, e l’Italia, anche per i suoi preminenti interessi economici, è la capofila di questa complicità verso l’orrore. Mentre entrambe, Europa e Italia, per non parlare dell’ONU, grondano d’indignazione ogni volta che Israele viola gli standard etici del pacifismo.
Ps. Il riferimento alla detenzione di Irving, per quanto fasullo nella sua genericità, dimostra quanto sia controproducente (oltre che sbagliato in linea di principio) punire giudiziariamente il negazionismo di qualche intellettuale disarmato. E’ soltanto la via più ipocrita per garantirsi buona coscienza a buon mercato. E legittimare moralisticamente la propria ignavia politica.

16.1.07

Shoà. Mastella vuol punire il negazionismo. Sbaglia.


Leggiamo che il ministro Mastella vorrebbe imporre all’Europa la legge francese o austriaca che punisce con il carcere chi nega l’olocausto. La verità come discrimine fra la libera circolazione delle idee e la censura punizionista dello Stato. Lo Stato come suprema istanza della discussione pubblica. L’intenzione è buona, certo, ma l’inferno è in fondo alla strada.
Lo scontro di civiltà è un meraviglioso dono che la storia umana fa a se stessa. Il conflitto fra costumi, valori, divinità, emozioni è la saggezza dell’umanità. Tutt’altro è lo squallore che promette e premette tragedia. Questa è la guerra che l’inciviltà muove alla civiltà. L’imposizione autoritaria di un’unica legittimità, sia essa teocratica, come oggi predica l’Islam politico, o autocratica, come ieri praticava il nazifascismo e oggi come ieri il comunismo, contro la minuta consapevolezza di un’identità orientata alla curiosità e al desiderio di altro. I confini dell’Occidente sono aperti, e la guerra asimmetrica fra le civiltà e l’inciviltà è il suo campo di battaglia. E’ una guerra che va combattuta senza ignavia. Il pacifismo è l’idolatria del nulla, la pace come assenza, la storia come vuoto, l’individuo come preda del potere. Il pacifismo riempe le prigioni di oppositori, e i lager di diversi. Nel Vangelo c’è scritto “beati i costruttori di pace”, non i pacifici e tanto meno i pacifisti. L’illuminismo liberale ha dato senso storico a quelle parole. E sulla pietra della libera discussione, giustificata dal concetto filosofico e scientifico della fallibilità della conoscenza umana, ha edificato sistemi istituzionali che riducono al minimo il potenziale di violenza del confronto pubblico. Una legge penale che punisca la proclamazione della menzogna e dell’orrore è una forma di resa al nemico, non un’arma contundente.