22.10.06

La Guardia dell'Islam contro i Riformatori Liberali..


Update - Certo, hanno oscurato anche il sito dell'ordine nazionale dei giornalisti. Ma l'hanno fatto solo per depistare Giulietto Chiesa...

Il sito dei Riformatori Liberali www.riformatoriliberali.org è stato oscurato nel primo pomeriggio di domenica dall’attacco di un gruppo hacker islamico. Il gruppo che si presenta come ‘P4r4dox Turkish’ e come "La Guardia della Turchia e dell'Islam" è stato autore dieci giorni fa di un simile attacco contro i siti di alcuni ministeri e università danesi, prendendo a pretesto la pubblicazione sul sito dei giovani del Danish People Party di una vignetta (vedi a fianco) che ritraeva Maometto a fianco di una delle sue mogli, Aisha, di 9 anni (pubblicazione peraltro risalente a 5 mesi fa). Oggi invece il gruppo hacker, che secondo le autorità danesi avrebbe sede nella Turchia e nel Medioriente, dichiara non avercela col sito dei RL, ma di voler richiamare l’attenzione sulle responsabilità della Francia in Algeria, in polemica con la legge recentemente approvata dall’Assemblea Nazionale che punisce col carcere chi neghi il genocidio degli Armeni da parte dei Turchi. Il testo, in inglese e in turco, dice: “Tu Francia! Come puoi dimenticare il tuo genocidio contro l'Algeria e come osi accusare la Turchia con le tue bugie. Tu sei fra quelli che vogliono la guerra. Ecco la guerra.. Noi saremo la tua maledizione nel cyber-world”.
“Premesso che la legge francese ci pare un’aberrazione – ha detto Marco Taradash, portavoce dei Riformatori Liberali- l’attacco contro di noi sarà pure casuale, come dichiarano questi terroristi del web, ma non ci stupiremmo del contrario. Sul nostro sito compaiono quotidianamente denunce contro l’aggressione islamista ai valori e alle istituzioni liberali, abbiamo esposto nei nostri convegni la foto di Theo Van Gog, assassinato da un fanatico musulmano, abbiamo espresso ripetutamente la nostra solidarietà al governo danese, sul sito campeggia lo slogan America Mercato Individuo. Forse non ce l’hanno con noi ma probabilmente ci leggono con attenzione”.
Il presidente dei RL Benedetto Della Vedova ha aggiunto: “Non vogliamo drammatizzare l’episodio ma emerge la necessità di una risposta intransigente contro ogni attaccco alla libertà e allo stato di diritto in Italia e in Occidente. Questo non comporta alcuna ostilità preconcetta verso il mondo islamico ma richiede di non abbassare mai la guardia di fronte a qualsiasi genere di minaccia”.

19.10.06

Diamo un'anima libert|aria al centrodestra. Lettera a Feltri

Caro Feltri,
Le scrivo per raccontarle il successo del nostro incontro pubblico di sabato, quella promosso dai Riformatori liberali col titolo “Diamo un’anima libertaria al Centrodestra”. E dico “nostro” pensando anche a lei, che ha voluto controfirmarne il manifesto, dandoci un enorme aiuto nel vincere le resistenze dei più scettici sulla possibilità di dare una sveglia al Centrodestra su temi delle libertà civili. Ora ci torno, ma prima mi faccia spendere qualche parola sull’ennesima guerra che si è scatenata intorno al Cavallo (di Troia, in tutti i sensi) di Viale Mazzini e a Mediaset. Premetto: personalmente sono convinto che Mediaset offra a Silvio Berlusconi, in quanto leader del Centrodestra, lo stesso aiuto che la Kriptonite dà a Superman. Mediaset è una grande avventura imprenditoriale, offre pane companatico e qualcosa di più a tantissima gente, proprietari compresi, e si abbia perciò tutto il nostro rispetto. Ma appena i giochi si fanno duri, come ora nel bel mezzo dello scontro fra il partito Invidia&Tassa e quello del Merito&Libertà, l’azienda di Cologno diventa l’arma definitiva del Centrosinistra per ricacciare Berlusconi ai margini dello scontro politico. E questo noi non dobbiamo permetterlo. Si lanci allora, e soltanto Libero può farlo, una grande campagna per l’apertura delle frontiere televisive, nell’unico modo concreto, la privatizzazione di tutta la Rai. Togliere una rete alla Rai e una a Mediaset come vuole Gentiloni aprirebbe lo spazio all’operazione Telecom 2 la vendetta: fuori, colle cattive, Tronchetti Provera (colpevole di non aver accettato la liquidazione soft, a spese di noi contribuenti, offerta dal consigliori di prodi Angelo Rovati), dentro il gruppo de Benedetti, un pezzo di Rizzoli, uno schizzo di Unipol, ed ecco il braccio telearmato di Prodi in azione. E la chiamano concorrenza. No grazie. E poi, nella Tv piccolo non è bello. Lasciamo al mercato il compito di disegnare il panorama del mercato. E alle Autorità il compito di dettare le regole di base perché il gioco si svolga senza trucchi ma anche senza punizioni per i più bravi. Forza Libero, privatizziamo la RAI.
Torno a bomba, al nostro manifesto per dare un’anima libertaria al Centrodestra. Intorno ad esso si sono ritrovate tante personalità della cultura e della società italiana che, insieme a centinaia di potenziali elettori del centrodestra che hanno cominciato a invadere il nostro sito www.riformatoriliberali.org (a proposito, cari lettori, firmate!) e sono pronti a votare o rivotare Berlusca&co. Ma se lo faranno sarà in nome di quelle libertà economiche e civili che il Centrodestra è stato e, si spera, sarà capace di strappare al controllo dello Stato Padrone, mentre li ha trattenuti dal voto il sincero fastidio di un Centrodestra che affida allo Stato Padre il compito di custodire le certezze morali delle persone. Sono due milioni almeno gli elettori liberali che ad aprile 2006 hanno deciso non versare l’obolo del voto a un Centrodestra che ha così poca fiducia nella loro capacità di distinguere il bene dal male. Non per questo guardano a sinistra, ci mancherebbe: lo sanno bene che ogni volta che i comunisti e i loro affiliati parlano di libertà civili in realtà pensano a diritti sociali a carico dei contribuenti. Dicono Pacs e pensano pensione di reversibilità, dicono libertà di ricerca e pensano a finanziamenti pubblici, dicono eutanasia e pensano a un bel Comitato etico con potere di vita e di morte sull’individuo. Non c’è nulla di libertario nella cultura della sinistra italiana, e sia detto per inciso, anche le mele buone radicali rischiano di guastarsi a fianco delle cattive compagnie attuali: si veda la retromarcia clamorosa sulla scuola libera, o il giacobinismo di ritorno che gli fa scambiare monsignor Ruini con l’Ayatollah Khamenei.
Caro Feltri, qui si tratta di privatizzare la vita privata. A sinistra, fra aumenti delle tasse, rinazionalizzazioni dell’economia, disprezzo del merito e del guadagno, ci vogliono togliere il gusto di lavorare e di rischiare in proprio. A destra c’è la tentazione di toglierci il gusto del non conformismo e dell’innovazione, facendoci sentire un po’ meno occidentali proprio fra le mura di casa. Per questo ci serve una valanga di firme sul manifesto che anche lei ha sottoscritto, con Giordano Bruno Guerri, Luca Barbareschi, Roberta Tatafiore, Raimondo Cubeddu, Filippo Facci, Nicholas Farrel, Alessandro Cecchi Paone e tanti altri meno noti ai suoi lettori. Le chiedo: cosa può fare Libero per dare voce a questa grande campagna liberale, e per avere tutti noi finalmente voce su questi temi all’interno del Centrodestra?

14.10.06

TV, la merchant bank al lavoro


Robin Hood dell’etere, quelli che rubano ai ricchi per regalare ai poveri, hanno di nuovo invaso la foresta di Sherwood delle frequenze. Via una rete Mediaset, via una rete Rai, si abbassa il soffitto della raccolta pubblicitaria televisiva, si riduce di un paio di miliardi il tetto di quella complessiva e si chiama il tutto liberalizzazione. Come se il problema dello scarso ossigeno dell’informazione italiana avesse un nome e un cognome. Quello, ovviamente, di Silvio Berlusconi.
Non è così, come tutti sanno. Il virus italiano è molto più diffuso: sta nell’intreccio, da una parte, fra potere economico e potere editoriale; da un’altra, nell’intreccio fra potere editoriale e potere politico. La stampa e la televisione in Italia sono una espressione del potere, non il suo antidoto, come capita generalmente nei paesi democratici. Questo è il problema, irrisolvibile fino a quando non sarà affidato al mercato e soltanto al mercato il meccanismo di selezione delle fonti d’informazione.
Il disegno di legge Gentiloni va in questa direzione? Al contrario: il suo scopo è quello di aprire una radura nella foresta della televisione generalista per consentire l’inserimento forzoso di un terzo soggetto capace di sfidare ad armi (quasi) pari l’attuale bipolarismo. Il tutto nel giro di quindici mesi. Il tempo necessario perché l’attuale merchant bank governativa (che almeno 15 lune conta di durare) possa pilotare la nascita e lo sviluppo del terzo polo, sull’esempio, così ben riuscito, delle privatizzazioni di Autostrade e di Telecom. Con quale vantaggio per la libertà e il mercato è facile prevedere: nessuno. Ma con indubbio rafforzamento del controllo dell’informazione da parte del Centrosinistra. Che già oggi, a ben guardare, ha poco da lamentarsi. Tutti i grandi giornali sono al suo fianco, la Rai è stata risanata no ma risantorizzata sì, dai Tg o dalle trasmissioni di approfondimento di Mediaset (vedi Matrix e la Costanzo Corporation) ha ben poco da temere.
Era possibile intervenire diversamente e più seriamente? Oppure la situazione è così compromessa da rendere inutile ogni tentativo di dare uno scossone liberale all’informazione italiana, televisiva e non? Certo che la soluzione liberale esiste. E’ la liberazione di Nottingham dall’odioso sceriffo governativo (a qualunque schieramento appartenga, sia chiaro), vale a dire la privatizzazione della Rai, Raiuno Raidue e Raitre, e la messa sul mercato di un’azienda che non svolge alcuna funzione di servizio pubblico che non possano svolgere i privati. La strada maestra è questa, armare i banditi della foresta è invece soltanto un artificio conservatore. La nascita di una grande azienda capace di concorrere ad armi pari con Mediaset potrebbe favorire (non garantire, ci mancherebbe altro, siamo in Italia) una crescita qualitativa dell’intero sistema televisivo (informazione e intrattenimento), ed avere ripercussioni positive anche sull’informazione scritta. Ma è proprio questa possibilità che si vuole esorcizzare ad ogni costo. E’ probabile, anzi certo per quanto ne so, che se il Governo Prodi avesse scelto questa soluzione da Mediaset si sarebbero levate proteste ancora più veementi di quelle odierne. Ma di fronte a un intervento limpido a favore dello sviluppo di un mercato concorrenziale le obiezioni non avrebbero retto a lungo. Oggi invece Fedele Confalonieri ha perfettamente ragione nel denunciare il tentativo di scardinare un’azienda che si è guadagnata sul campo (minato) ogni punto di crescita, e Silvio Berlusconi ha perfettamente ragione di ribellarsi a un colpo basso della maggioranza contro il leader dell’opposizione. Se il progetto del Governo andasse in porto avremmo aziende meno capaci di crescita e un mercato ancora più recintato. La legge Gentiloni è soltanto l’ennesima puntata dell’interminabile, bruttissima, fiction “Chi controlla la Tv in Italia”.

12.10.06

Sorpresa. D’Alema non sa parlare di diritti umani.


Il ministro degli Esteri D’Alema, ha parlato a Orvieto, al seminario del fantomatico partito democratico, dell'assassinio di Anna Politkoskaja per “denunciare la difficoltà a parlarne”. Il ministro ha rivelato che alla riunione del G8 in Russia la scorsa il collega russo Serghey Lavrov replicò con toni molto duri a chi gli faceva notare la gravità della situazione in Cecenia e chiedeva un radicale cambiamento del Cremlino nei confronti della provincia ribelle: «Pensate a Guantanamo», fu la seccata risposta del capo della diplomazia russa. Quell’episodio “è un segno della difficoltà dell’Occidente che si registra in tutte le occasioni internazionali in cui si affronta il tema dei diritti umani”. Ha spiegato D’Alema: “Dovremmo poter parlare ai russi della Cecenia, anzichè sentirci in imbarazzo quando lo facciamo. La durezza di Lavrov mi ha colpito. Qualche anno fa sarebbe stata impensabile. Oggi purtroppo noi abbiamo meno forza”.

“Qualche anno fa” dice D’Alema. Può favorire per cortesia la data? Quando mai D’Alema ha parlato ai russi della differenza fra il trattamento dei diritti umani in Occidente e in Russia? Ai tempi della crisi di Cuba? O all’epoca del colpo di stato in Cile? Ai tempi della guerra del Vietnam? O all’epoca dello stanziamento degli euromissili in Europa in risposta ai missili nucleari sovietici a medio raggio? No davvero. Allora come oggi l’Occidente aveva le sue colpe e commetteva i suoi crimini; e comunque, anche quando aveva tutte le ragioni, come nel caso di Cuba e degli euromissili, agli occhi di D’Alema l’Occidente era sempre dalla parte del torto marcio. Non ci prenda in giro allora il ministro degli Esteri: per lui il tempo di contrapporre Occidente e Russia, o Iran, o Palestina, non c’è mai stato né mai ci sarà. La differenza fra l’Occidente e la Russia sovietica o putiniana non sta in Guantanamo. Sta nel fatto che le Guantanamo in Occidente sono vissute come un’eccezione alla regola, sono criticate, sono oggetto di denuncia e invettiva. L’Occidente non è mai stato né mai sarà il mondo dei buoni, dei puri, dei virtuosi. E’, più semplicemente, il mondo della libertà di pensiero, di espressione, di azione e organizzazione politica. E’ soltanto la terra dei diritti umani, non il loro paradiso. Un comunista non lo capirà mai.

Suviet News: Il cretino semina, il briccone raccoglie


SUVIET NEWS 1 - IL CRETINO DI SINISTRA SEMINA
Il cretino di sinistra lavora indefesso. Sì è accorto che la prima versione della sua “tassa sul gusto” finiva per colpire soltanto i ricchi – che in realtà invidia&ammira – ma non gli arricchiti (quelli che disprezza perché - ne è intimamente convinto – hanno rinnegato il loro destino di classe). Al cretino hanno fatto sapere che, fissato il peso minimo tassabile a 2600 kg, a pagare sarebbero stati quelli che il Suv lo comprano in leasing ma non quelli che lo comprano a rate, e allora ha preparato l’emendamento bilancia: si sovratassi tutto ciò che si muove e pesa più di 2200 kg (barca di D’Alema esclusa). In questo modo, spiega oggi il Sole24ore, “si andrebbero a penalizzare veicoli non certo lussuosi o particolarmente inquinanti come la Toyota Rav4, numero uno nella classifica delle vendite di fuoristrada. È poco più grande di una Vw Golf e il suo listino, a partire da 26mila euro, non la fa sicuramente diventare un'auto da nababbi”. Da nababbi no, ma da coatti sì, pensa il cretino, convinto che l’Italia si sviluppi tutta sull’asse Roma-Capalbio-Courmayeur, e che le aree montane o rurali, dove la quattro ruote motrici è spesso una necessità, siano esclusive località di vacanza. E così ha deciso di introdurre una tassa da Stato Estetico, giusto per riaffermare l’equivalenza Stato=Virtù e la conseguenza Guadagno=Vizio.

SUVIET NEWS 2 – IL BRICCONE DI SINISTRA RACCOGLIE
Naturalmente non è il cretino a rappresentare l’elite della sinistra italiana. La crema sta nel briccone. Questi aveva deciso di infilare nella finanziaria una sovratassa sulle auto più inquinanti e un incentivo per l’acquisto delle nuove. In altre parole aveva promesso al suo amico Montezemolo di finanziare a spese dei contribuenti una nuova “rottamazione”. Ma non lo poteva dire. In parte perché l’equivalenza Governo Prodi=Rottamazione suona sinistra in tutti i sensi, in parte perché a pagare la sovratassa saranno i più poveri, quelli che l’automobile nuova neppure a rate se la possono comprare. E allora ha sciolto le briglie al cretino, perché rinfocolasse la collera del popolo di sinistra contro gli arricchiti. Che alla fin fine delle piotte in più da pagare se ne fregano. Mentre ad essere fregati saranno quelli che quando gli dici “l’ultima spiaggia” non pensano a Capalbio ma allo strozzino.

10.10.06

Diamo un'anima libert|aria al centrodestra


Se per la politica non è più il tempo delle ideologie, è di nuovo il tempo delle idee. Ciò che distingue il centrodestra dal centrosinistra è l’idea di una società in cui a prevalere siano gli individui, le persone, con le loro libertà, le loro responsabilità e i loro meriti; dove il mercato, dei beni come delle idee, prevalga sullo Stato. L’idea di una società basata sul rifiuto di ogni costruzione sociale che imponga dall’alto uno schema di valori e di soluzioni. L’idea di un paese ancorato, anche nelle scelte politiche internazionali, ai valori della propria identità “occidentale” di cui sono parte integrante e costitutiva quelle conquiste civili, eredità dell’umanesimo liberale e cristiano, che oggi marcano la distanza rispetto alle culture teocratiche e autoritarie.

Ci riconosciamo in un centrodestra che è liberale innanzitutto perché è antistatalista. Sulle questioni “eticamente sensibili”, concordiamo sulla necessità di una seria riflessione sui limiti della scienza applicata. Ma non pensiamo che, su questi temi, la politica liberale possa assegnare ogni potere allo Stato, senza riconoscere alcun diritto alla libertà dell’individuo.

Il centrodestra non può contrapporsi allo statalismo economico e civile, e costruire allo stesso tempo un fronte compatto a difesa dello “statalismo etico”. Questo sarebbe un errore di carattere culturale, storico, politico ed elettorale. Il rapporto fra tradizione e innovazione, anche nel campo delle convinzioni morali e dei comportamenti privati, può meglio svilupparsi sul piano del conflitto delle idee e del mercato delle soluzioni e non su quello della “conquista dello Stato”. Tutto ciò non pregiudica, anzi esalta, il ruolo pubblico e attivo della tradizione, anche religiosa, proprio perché non la priva di occasioni di verifica reale, e non ne affida una artificiosa immutabilità alla tutela della legge.

Scelgono Forza Italia e la Cdl milioni di antistatalisti, “cattolici” o “laici”, che sulle questioni etiche hanno idee e posizioni che incontrano sempre, salvo eccezioni, l’ostilità del centrodestra. Milioni di persone che, come noi, sono favorevoli, o non ostili a priori, alle unioni civili omosessuali, alla ricerca scientifica sugli embrioni soprannumerari destinati comunque alla distruzione, al testamento biologico o a una regolamentazione dell’eutanasia, a una legislazione sulla droga che non alimenti la mafia e la violenza. E che lo sono, come noi lo siamo, per ragioni quasi sempre diverse da quelle genericamente e scontatamente “di sinistra”.

A tutti loro una coalizione compattamente schierata su politiche d’ispirazione confessionale per i temi etici finirebbe per chiudere la porta in faccia. Un centrodestra, moderato ma liberale, senza un’anima libertaria finisce per essere zoppo politicamente ed elettoralmente. Diamo un’anima libertaria al centrodestra.

Vittorio Feltri, Giordano Bruno Guerri, Alessandro Cecchi Paone, Tiziana Maiolo, Luca Barbareschi, Roberta Tatafiore, Mauro Mellini, Sofia Ventura, Andrea Marcenaro, Francesca Scopelliti, Mauro Suttora, Emilia Rossi, Raimondo Cubeddu, Dario Fertilio, Filippo Facci, Arturo Gismondi, Maria Luisa Rossi Hawkins, Nicholas Farrel, Ivan Maravigna, Sandra Fei, Ernesto Caccavale, Arturo Diaconale

8.10.06

Menti&Gabba



Diamo i numeri...
Published: Thursday 5 October, 20:40
Author: Gianni065
di John - www.crono911.org

E va bene.

Ammettiamo per un attimo, con notevole masochismo, che ci sia stato un complotto l'11 settembre. Il complotto dei complotti.

Perché questo complotto? Non si sa... meglio non chiederlo, il complottista risponderebbe che non è compito suo sapere perché, né come, né con quale logica.

Lui non si abbassa a questo genere di pensieri, lui pone domande allo stato puro, è un filosofo esoterico, pone dubbi e vuole risposte.

Ma non le risposte che stanno nelle decine di migliaia di pagine scritte dalle commissioni di inchiesta e dagli investigatori e dai gruppi tecnico specialistici.

Lui non le legge nemmeno quelle cose.

Quando dice che vuole le risposte, intende dire che vuole che Bush prenda un aereo, poi si metta in macchina, lo raggiunga a casa (possibilmente avvertendo con un certo anticipo per non disturbare troppo) e dia le risposte.

Ho letto di uno che ha scritto: “Io avevo una testimonianza da fare e ho scritto una mail alla Commissione sul 9/11, non mi ha chiamato nessuno” (si chiama Scott Forbes, non me lo sto inventando).

Io se scrivo una mail non mi risponde nemmeno l'Ufficio Comunale Rifiuti Solidi Urbani, ma lui pretendeva che la Commissione discernesse e rispondesse a qualche centinaio di migliaia di mail dal contenuto più vario (dalle offese alle minacce alle dichiarazioni millantatorie) inviate da tutto il mondo.

Peraltro, se Forbes avesse letto il rapporto della Commissione avrebbe scoperto che c'era la risposta alla sua osservazione (riguardante lavori di manutenzione e sospensione dell'erogazione di energia elettrica al WTC), ma come ho detto, il Complottista esaurisce il suo compito nel chiedere e nel dire che non c'è stata risposta. Se poi questa c'è stata, è dettaglio ininfluente.

Figuriamoci quindi se il complottista perde tempo a dare lui qualche risposta.
Non se ne parla proprio.

“Complottista è chi il complotto lo fa, chiedete a Loro. Sono Loro che devono dare le risposte” - così rispondono tutte le volte che sono in difficoltà.

Una domanda, però, non possono proprio (ma vorrebbero) evitarla, ed è questa:
“Ma quanta gente ci sarebbe voluta per fare questo complotto?”

La domanda è la regina e madre di tutte le altre, per ovvi motivi.

“Migliaia di persone”, dicono i “debunker”. E mi ci metto anch'io. Vediamo perché.

Innanzitutto dobbiamo decidere quale ipotesi cospirazionista “adottare” (si va dagli UFO alle bombe nucleari alla massoneria... giuro e posso dimostrare che c'è chi crede che ci sia di mezzo anche il Mostro di Firenze...).
La più in voga è quella che vuole:

2 aerei passeggeri (AA11 e UA175) in qualche modo diretti contro le Twin Towers ma non pilotati dagli arabi;
1 missile Cruise lanciato sul Pentagono, con il volo AA77 fatto “sparire”;
1 aereo (UA93) abbattuto in volo o fatto sparire, con relativa esplosione di un ordigno a terra;
19 finte identità di terroristi mai saliti a bordo degli aerei, tant'è che molti di loro sono vivi;
Passeggeri del volo AA77 – e forse anche del volo UA93 – fatti atterrare in un aeroporto e imbarcati su un aereo diretto verso ignota destinazione
Difesa aerea complice
Controllo aereo civile complice
Twin Towers e WTC7 demoliti con esplosivi preposizionati in anticipo
Testimoni falsi o costretti a mentire o a stare zitti
Mass media comprati
Governi principali di mezzo mondo (primo fra tutti Israele) complici o consenzienti
Al Qaida al soldo della CIA
Indagini CIA addomesticate
Indagini FBI addomesticate
Larry Silverstein, affittuario del WTC, complice
Servizi segreti complici
Medici che hanno eseguito analisi del DNA complici
Ingegneri ed esperti del FEMA complici
Ingegneri ed esperti del NIST complici
Ingegneri ed esperti dell'ASCE complici
Comandi FAA complici
Responsabili NTSB complici
Telefonate da bordo degli aerei fasulle e falsificate con sistemi di sintesi vocale
Speculatori di borsa complici
Paolo Attivissimo complice...
Bella e lunga lista eh? Pensate che è incompleta...

Facciamo due conti.

Innanzitutto abbiamo un po' di gente a livello di massime autorità governative.
Ne vogliamo mettere almeno 100 tra Presidenza, Vice Presidenza, Consiglieri, Segretari, insomma almeno i principali attori dello staff presidenziale, compresi quelli capaci di denunciare un Presidente se vedono la sua segretaria inginocchiata sotto la sua scrivania?

La CIA, che ha coperto le notizie, costruito le identità dei dirottatori ecc.... quanti operatori avrà impegnato? 100 ce li mettiamo, che dite?

I servizi segreti, che hanno attestato orari, spostato e scortato autorità dello staff presidenziale, telefonato alle basi aeree per impedire il decollo degli aerei da caccia ecc.... Almeno 50 ce li mettiamo (troppi? oh... che questi mica lavorano 24 ore su 24, devono pur dormire e darsi il cambio in turni...).

E l'FBI, che ha chiuso occhi e orecchie, lasciato scorrazzare in USA i dirottatori, disseminato di indizi i luoghi del crimine, lanciando passaporti e bandane di qua e di là? 100 ce li mettiamo?

E i responsabili della difesa aerea, almeno i grandi capi e i loro più stretti collaboratori, 10 ce li mettiamo?

Siamo a 360.

Tutti i tecnici e gli esperti di NIST, FEMA e ASCE che hanno esaminato i collassi? Quelli non c'è da fare ipotesi, sono minimo 250, con tanto di nomi e cognomi.

I responsabili e i controllori civili della FAA? Altri 50 ce li vogliamo mettere?

E quelli dell'NTSB, che dicono di aver esaminato le scatole nere? E i medici legali? Una quarantina, tanto per fare cifra tonda, li aggiungiamo?

Siamo a 650.

Per caricare un missile su un bombardiere (i missili Cruise possono essere lanciati solo da bombardieri e non da caccia) o preparare un aereo senza pilota tipo Global Hawk, con tanto di colori American Airlines, tirarlo fuori dal deposito, spostarlo, cancellarne la matricola dai registri, programmarlo per farlo schiantare sul Pentagono... minimo 50 persone ce le vogliamo mettere?

E per prelevare 100 o 200 passeggeri da un aereo fatto atterrare su un aeroporto, sotto tanti potenziali testimoni, caricarli su un altro aereo e spostarli chissà dove, e poi eliminarli.... almeno 100 persone ce le vogliamo mettere?

E siamo a 750.

E i mass media? I governanti di altri paesi? Saranno un 500 persone in tutto il mondo, Mossad compreso?

E i demolitori? Tre grattacieli, in cui piazzare le cariche approfittando di una sola giornata di energia elettrica staccata (circostanza falsa, ma lo dicono i complottisti, mica io), penso che un centinaio di persone ci vorranno, comprese quelle che devono maneggiare e trasportare gli esplosivi ecc...

E Silverstein? Ha detto “Pull it” a un nugolo di pompieri, come fosse la cosa più normale del mondo. Quindi oltre a lui un bel po' di responsabili dei pompieri sapevano delle cariche.

E i testimoni?

E la Commissione di Inchiesta, i suoi consulenti, i suoi testi “privilegiati”?

Potremmo continuare a lungo, e pur mantenendoci molto stretti non riusciremmo a stare sotto le 3000 persone minimo, con un valore di5.000 molto più realistico.

I complottisti, ovviamente, non sono d'accordo (anche perché cifre simili sono incompatibili con qualsiasi ipotesi di complotto).

I complottisti più prudenti, quelli più assennati, cercano di limitarsi a qualcosa nell'ordine delle centinaia di persone, ma questi complottisti non hanno vita facile: il numero che essi ipotizzano è comunque troppo basso in relazione alla grandezza del complotto, e troppo alto in relazione al fatto che sinora nessuno ha deciso di diventare eroe dell'umanità sostenendo (con qualche straccio di prova) di aver fatto parte del complotto.

I complottisti più “duri” invece, abbassano drasticamente il numero.

Nell'ennesimo “Speciale 11 settembre” che Matrix ha mandato in onda il 2 ottobre 2006, un cospirazionista autore di una specie di film-apologia delle teorie complottiste ha affermato che secondo lui ne bastavano una cinquantina (sul sito di Matrix dovrebbe essere presto disponibile la registrazione della puntata).

Se il cospirazionista su Matrix appare – usando un eufemismo - “audace”, c'è chi lo supera.

Questo qui, Professor A. K. Dewdney, infatti, è ancor più categorico: 36 persone.

Dicasi TRENTASEI persone.

Non c'è dubbio che non si tratta di un errore di battitura (36 anziché 136 o anziché 366), perché Dewdney è uno che sa dare i numeri: è un matematico, biologo e scienziato di computer (così lo definiscono qui (no... non chiedetemi cosa c'entri la biologia con la matematica e i computer, né cosa c'entrino le tre cose con l'11 settembre...).

E difatti Dewdney calcola candidamente:

2 agenti su ogni aereo (evidentemente suicidi...) per un totale di 8 agenti
10 agenti alla “Base Operativa”
4 agenti per piazzare le cariche di demolizione al WTC
4 tecnici per piazzare radiocomandi sugli aerei e per gestire i radiocomandi stessi.
Io a questo punto gli direi: “Ma scusa, tutto questo spreco?”

Gli agenti sugli aerei non servono (se sono radiocomandati a che servono gli agenti? Questi matematici... sempre così confusi...).

10 agenti alla “Base Operativa” a scroccare soldi senza far niente.... Uno basta e avanza!
4 agenti per piazzare le cariche.... vabbé quelli li lasciamo.
4 tecnici per piazzare radiocomandi e giocare con le levette? Uno basta!
Così tagliamo a sei persone e non se ne parla più!

Torniamo seri. Non so quanto valga Dewdney come matematico, ma come comico avrebbe fatto fortuna.

Proviamo invece, con una cinquantina di persone, come diceva l'ospite di Matrix.

Vediamo come potrebbero quadrare...

Bush è sicuro: 1
Cheney, Rice e una mezza dozzina di grossi capi, inevitabile: 6
Il comandante del NEADS? Certissimo: 1
Il comandante della FAA? E dove scappa...: 1
Il comandante del NORAD? Manco a dirlo: 1
Capo della CIA? Mettilo, mettilo...: 1
Capo dell'FBI ? Di corsa...: 1
Capo del Mossad ? Yessss....: 1
Servizi segreti? Almeno un paio, che diamine....: 2
Qualcuno esperto in sintesi vocale per le telefonate? Ci vuole: 1
Uno che si vernicia il missile nel garage di casa? Per forza: 1
Un esperto di radiocomandi per gli aerei? Indispensabile: 1
Capo dei pompieri? Necessario: 1
Capo dell'NYPD? Scontato: 1
Sindaco di New York? Sicurissimo: 1
Larry Silverstein? E' ebreo, basta quello...: 1
Uno che smanetta in Borsa? Almeno uno: 1
Uno che preme il bottone per lanciare il missile al Pentagono? Bè sì...: 1
I medici per l'esame del DNA? Uno per crash site...: 3
Bin Laden? Altroché: 1
Ingegneri FEMA? Proprio un paio... : 2
Ingegneri NIST? Idem: 2
Ingegneri ASCE? Idem: 2
Il direttore di Popular Mechanics? Assolutamente sì: 1
Blair? Non si può lasciarlo fuori...: 1
Quello che ha messo il passaporto del dirottatore al WTC? Eccolo: 1
Quello che ha messo la valigia di Atta all'aeroporto? Ci sta: 1
Quelli che hanno firmato le licenze di volo? Sì: 4
Quelli che hanno sequestrato le telecamere? Certo...: 2
Qualcuno che ha imbrogliato nel processo Moussaoui? Minimo: 2
Quelli che hanno preso i passeggeri del volo 93 ecc...? Decisamente sì: 4
Fermi così... siamo arrivati a oltre una cinquantina....

Però un attimo... mancano i più importanti... quelli che hanno piazzato le cariche al WTC.

A questo punto massimo massimo ne possiamo concedere 4.

Del resto, andavano bene a Dewdney, che in quanto matematico avrà certamente calcolato questo numero sulla base del totale dell'esplosivo necessario, ed il tempo a disposizione.

Eh... ma qui abbiamo la chiave del mistero, perbacco!

Infatti questi 4 dovremmo trovarli molto facilmente.... devono essere quattro con la fisionomia di Hulk, impossibile non riconoscerli !!!!!

Perché questi 4, nei soli due giorni a disposizione in cui sarebbe stata “staccata” l'energia elettrica al WTC (in modo da disattivare le inopportune telecamere), hanno dovuto trasportarsi a spalla migliaia di chilogrammi di esplosivo, sciroppandosi centinaia e centinaia di piani tra WTC1, WTC2 e WTC7.... a piedi! Senza ascensore! Perché se manca l'energia elettrica... mica manca solo per le telecamere.... Vi dico io che fatica!

Se li vedete in giro, devono essere più o meno così:

E così con i quattro Hulk abbiamo chiuso il conto, siamo poco oltre la cinquantina.

Certo, questi farabutti complottatori si sono dovuti un po' adattare.... fare tutte quelle cose, una cinquantina di persone... ognuno ha dovuto fare qualcosa..... magari Bush e Cheney hanno dato una mano a spingere il missile nel garage per la verniciatura... la Rice ha buttato una scatola nera di qua e un taglierino di là.... ma si sa che per mantenere il segreto bisogna sapersi arrangiare.

Tutto a posto allora?

Non proprio.

C'è un conto che non torna.... grosso e ingombrante.....

Si è detto che il Pentagono è stato colpito da un missile tipo Cruise.... o da un Global Hawk teleguidato... quindi niente Volo 77.... niente passeggeri del Volo 77 che sono stati invece trasbordati verso chissà quale base della NASA dove sono stati nebulizzati....

... ma allora, a chi diamine appartengono quei 64 corpi trovati nel Pentagono, in più rispetto ai 125 dipendenti rimasti uccisi?

Abbiamo capito che gli esami del DNA sono truccati... ma sempre 64 corpi in più sono!

Non possono essere 64 dipendenti del Pentagono.... le mogli si saranno ormai accorte che sono cinque anni che il marito non è tornato dal lavoro.

Per mettere altri 64 cadaveri, o hanno saccheggiato un po' di cimiteri alla ricerca di cadaveri freschi o hanno tolto di mezzo un po' di barboni per strada.... ma poi chi li ha messi lì tra le macerie del Pentagono? Avranno chiamato i 4 Hulk per fare anche questo lavoro?

Poveracci, prima qualche tonnellata di esplosivo da portare per 267 piani (110+110+47) senza ascensore e al buio, poi 64 cadaveri da piazzare nel Pentagono....

... altro che Hulk o Superman... questi sono i Fantastici Quattro!

2.10.06

Commercio e libertà


Emma Bonino ha giustificato in una lettera al Foglio la sua scelta di non inserire, se non in termini generali, la questione dei diritti umani in Cina durante la missione Prodi-Montezemolo. “Ma a chi, e a cosa, servirebbe un Ministro del commercio internazionale che rifiuti d'interloquire con paesi che non superano tutti i canoni di osservanza del diritto internazionale?” chiede Bonino, e fa l'esempio di Israele con le sue bombe a grappolo, dell'India delle caste, del medioriente della sharia. Sono d’accordo. Credo che l’ ”interlocuzione” sia necessaria e che la parte libera del mondo debba favorire il più possibile l’integrazione nel sistema mondiale del commercio anche delle peggiori dittature, in nome dell’interesse certo delle democrazie e di quello eventuale dei popoli soggetti a tirannia.
Però c’è modo e modo. Avevamo chiesto a Prodi - come Riformatori Liberali - di ottenere quanto meno notizie certe sull’essere in vita e sulle condizioni di detenzione del più autorevole dissidente cinese, Gao Zinsheng, prelevato in agosto e da allora scomparso. Ci pareva un atto esemplare e significativo, anche per evitare che in futuro la politica italiana si trovi prigioniera della sua rete di interessi commerciali, come accade per i rapporti con l’Iran del nazislamista Ahmadinejad. Quanto alla Bielorussia, l’ultimo paese dittatoriale d’Europa, il Foglio poneva una domanda esplicita su uno scambio di favori fra Italia e altri due paesi europei, cui il governo Prodi avrebbe ceduto. Non è così, immagino, ma Bonino non è stata altrettanto esplicita nella sua risposta.
Una parola infine sulla la scelta di inserire Israele fra i paesi coi quali non si dovrebbero avere rapporti commerciali se prevalesse l’idea di anteporre i diritti umani agli interessi economici. Israele è stata accusata da Kofi Annan e da Human Rights Watch di aver utilizzato bombe a grappolo in zone popolose del sud del Libano. Concordo sulla critica, a patto che si citino i fatti per come sono: uno, le bombe a grappolo (che scaricano granate sul territorio circostante l’esplosione dell’ordigno principale) non sono state ancora messe al bando dalla comunità internazionale, ma del loro uso si parla soltanto quando è possibile mettere sul banco degli imputati gli Usa o Israele; due, il loro utilizzo in Libano da parte di Israele ha provocato in tutto un morto e sette feriti, il che dà l’idea di un uso del tutto sporadico. Mi chiedo se Bonino non avrebbe potuto evitare la tentazione equivicina di strizzare l'occhio agli alleati di governo accostando Israele ai paesi dove domina la sharia.

Centrosinistra fra Tafazzi e Bracardi


Prodi rappato, cerchiamo il reato. Quattro autorevoli esponenti della maggioranza di Governo, fra cui un capogruppo, due membri della vigilanza sulla Rai, una segretaria di presidenza, non trovano niente di meglio, nel loro repertorio ideologico e culturale, se non invocare i tribunali contro il Tg2. Colpevole di aver trasmesso un video irriverente verso il premier, un Prodi “rappato”. Qual è l’ipotesi di reato? Verifichi la magistratura se il Tg2 di Mauro Mazza non sia incorso nel reato di “vilipendio delle istituzioni” dicono i quattro esponenti di Margherita, Rifondazione, Verdi e Ds. Vilipendio, mica Tafazzi. I quattro si ispirano a Bracardi e al suo grido centrosinistro: “in galeeraaa”.
Qualcuno glielo spieghi, a Lorcompagni, che in Italia esiste tuttora la libertà di stampa. Che alle volte capitano abusi e storture (anche nella Rai sinistrata) ma che mai, ripetiamo mai, si era vista una reazione così bigotta, così da mozzaorecchi, così triviale a uno scherzo innocuo come quello trasmesso dal Tg2. Tranne che in Iran o in Corea del Nord, ovviamente.