Date a Prodi un telefono. Ma tutta la rete no!
Non serve a nulla che Prodi vada in Parlamento a ripetere che di Telecom nulla seppe, nulla sentì, nulla vide, come chiede gran parte del mondo politico. Come potrebbe infatti il nostro modificare una versione che prima ha messo nero su bianco e poi declamato in italiano e cinese? Leggete però cosa scrive oggi Il Messaggero: “No, non è piacevole, anzi è alquanto irritante, apprendere dai giornali dell’esistenza di piani più o meno segreti su un’azienda come Telecom, piani che in un modo o nell’altro rimandano a palazzo Chigi e quindi al governo di cui fai parte e quindi ancora, ma questo è solo sussurrato, al tuo premier. Questi e altri pensieri sono frullati nella testa di Piero Fassino..”. Prodi faccia come Fassino all’epoca della famosa conversazione con il presidente di Unipol Consorte (“E allora, siamo padroni di una banca?” ricordate..): faccia una telefonata per saperne di più. Ma addirittura prendersi tutta le rete telefonica!
Visto lo scontro pubblico senza esclusione di colpi sotto la cintura fra Prodi e Tronchetti Provera e il retroscena segreto ora venuto alla luce sull’ ingerenza diretta di Palazzo Chigi (il terzo ufficio a sinistra nel sottoscala vicino al bagno, certo) nella gestione di una grande azienda privata quello che serve davvero è un accertamento pubblico e immediato della verità. Lo strumento più appropriato per fare chiarezza, almeno e proprio per la pubblicità dei suoi lavori, è una commissione d’inchiesta parlamentare. Sulla magistratura, al di là dei tempi lunghi propri di un’indagine penale, c’è poco da far conto, visto quanto sembra perplessa sul da farsi (viva il sussulto garantista!).
Al di là dei risvolti penali, la questione è politica, e riguarda direttamente il presidente del Consiglio. Troppe domande sono senza risposta (si leggano Oscar Giannino e Davide Giacalone su Libero, fra gli altri). E’ vero che il Governo è stato lo sponsor delle proposte del banchiere prodiano Claudio Costamagna volte a far nascere dall’unione di Telecom e Sky un grande polo multimediale filogovernativo? E’ vero che a questo fine sono state promesse ingentissime risorse pubbliche, quelle della Cassa depositi e prestiti, al fine di riportare sotto controllo governativo la rete fissa telefonica? E’ vero che il progetto prevedeva l’accorpamento di Terna, Snam e telefoni per dare vita a un nuovo gigantesco carrozzone statale dell’elettricità, dell’energia e della telefonia? E’ questo che oggi la sinistra di governo chiama ritorno alla programmazione? Se sì, ci si vuol dire quale parlamento ha autorizzato queste mosse? E quale autorità di controllo della Borsa o delle Telecomunicazioni, o della Concorrenza ne è stata informata, anche al fine di evitare che l’intervento governativo favorisse speculazioni a borse aperte provocando danni agli azionisti, come puntualmente avvenuto? Se perfino il diretto interessato, Prodi, continua a dire di non saperne nulla, non sarebbe un bel gesto che la stessa maggioranza facesse la prima mossa nel varare la commissione d’inchiesta?
2 Comments:
ora che ci hanno messo un comunista vecchio stampo tornerà tutto apposto.(il conflitto di interessi di rossi è palese ma non se ne parla)prima d'alema fa un regalo a colaninno che indebita la telecom a dismisura poi tronchetti amico della sinistra la compra fonde le 2 società ma sbaglia strategia.allora prodi pensa di riprenderla sotto la sua ala manda rovati ma tronchetti nn vuole mollare e dirà a prodi negli ncontri del 1e2 settembre prodi nn ci sta boffonchiua e vca via tronchetti tira dritto e penserà ma dei telefonini (slavo per le intercettazioni....)che se ne farà il governop io vendo telecombrasile e scorporo tim per una possibile cessione e risano tutto.ma se avesse ascoltato i boffonchi del mortadella avrebbe capito che diceva se ci provi do la telecom ad un comunista!!!!!
Marco conosci il programma della p2? ed allora perchè cazzo ti scandalizzi sei alleato con molti iscritti a quell'associazione.
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