La scommessa di Capezzone è persa in partenza
Il segretario uscente dei radicali italiani, Daniele Capezzone, ha detto ieri tante cose giuste: che in economia il criterio del merito va sostituito a quello del censo, che l’ideologia liberalsocialista non ha futuro, che il mantra giacobino della Rosa nel Pugno: “scuola pubblica, scuola pubblica, scuola pubblica” va abbandonato, che occorre allargare la sfera della decisione individuale e privata rispetto a quella della decisione pubblica e collettiva. Una relazione ampiamente condivisibile, a parte la significativa rimozione (con l’eccezione della critica bipartisan sulla Russia di Putin) di ogni accenno alla disastrosa politica estera di equivicinanza fra democrazie e dittature avviata da Prodi e da D’Alema.
Ma Capezzone ha anche riconfermato la scelta di campo nel Centrosinistra, a fianco di un terzo di comunisti o “antagonisti”, un terzo di democristiani di sinistra o di clientela, un terzo di anime perse alla ricerca quotidiana del consenso dei “poteri forti” sindacali o confindustriali. Come da tutto questo possa scaturire una politica riformatrice e liberale (sia pure “di sinistra”, secondo una mappatura ideologica novecentesca che sarebbe bene aggiornare nel Gps della politica di oggi) non è dato sapere.
C'è chi ha fatto una scelta diversa, i Riformatori Liberali, anche questa certo difficile e certamente non predestinata di per sé al successo, schierandosi con il Centrodestra. Ma se vogliamo restituire lo Stato ai cittadini (e quindi dimezzarlo, a livello nazionale come a quello locale, a partire dall’abolizione delle province e dalla vendita delle municipalizzate), restituire la scuola agli studenti e ai buoni insegnanti, consegnare l’economia ai lavoratori e agli imprenditori, avere una politica estera occidentale e “amerikana” e “israeliana”, aprendo spazi di libertà nei paesi sotto dittatura islamica o comunista, è davvero possibile aspettare che il Centrosinistra cambi radicalmente pelle? Ci vuole molta fantasia per crederlo. Certo, stare a “sinistra” offre molti vantaggi mediatici. Ma la scommessa, per i cittadini, è persa in partenza.
8 Comments:
Troppo semplice e realista la ricetta, troppo buon senso dispensato in una sola pillola, crisi radicale e unionista di rigetto ineluttabile
vatti a fare due risate
http://lindolente.blogspot.com/2006/11/clamoroso-palermo-una-firma-tre-palle.html
E se venisse nel centro-destra? Dove lo collochresti? Lo accoglieresti nei RL?
Nel mio piccolo, propongo cinque punti su cui il centrodestra a mio avviso dovrebbe riflettere profondamente.
Sono Carlo, quello del Capezzone Fan Club.
Volevo dirti, in realtà non l'ho mai nascosto neppure sul mio blog, che ti stimo molto, e che ci siamo conosciuti a padova durante l'ultima campagna referendaria/elettorale con Marco Pradella.
Sono un giovane liberale non perchè partecipi a un Partito Liberale, ma perché mi sento un liberale anche se non riesco a decidermi di buttarmi in RL o RI...
:-)
saluti
I radicali sono la feccia massima.
Libertari in tutti, atei, nichilisti,
pro culimonio.
Son quasi peggio dei comunisti
Beh se uno è per davvero un liberale come fa a stare con la p2?? tessera n. 1816 silvio berlusconi!
Beh Capezzone è un tipo simpatiko..ci vorrebbero più persone in parlamento come lui..mo ora ke sta mollando pannella..behh ancora meglio :) ciau Daniele
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