20.11.06

Diliberto? Un capro espiatorio.


Fare di Oliviero Diliberto il capro espiatorio delle sconcezze che andrebbero a macchiare l’immagine della politica estera governativa è una ipocrisia bella e buona. Diliberto si comporta da comunista coerente con i suoi pregiudizi e la sua storia, va da sé. Ma il problema è nel Governo e in particolare nei Ds, tanto nella politica estera di D’Alema, piena di pregiudizi verso gli Usa e Israele, quanto nella versione edulcorata che ne dà Piero Fassino. D’Alema continua a cercare soluzioni astratte, senza porre nessuna vera condizione ai suoi interlocutori privilegiati, Hamas e Iran, a profondersi in riconoscimenti delle loro buone ragioni, a liquidare come insignificante il problema dei problemi, cioè il riconoscimento del diritto di Israele di esistere. Fassino da parte sua, in una lettera al Corriere della Sera di sabato scorso, ha evitato accuratamente di ricercare origine e cause della ultracinquantennale crisi mediorientale e si è limitato ad un generico e buonista appello alla pace e alla convivenza fra due Stati che riconoscano il diritto all’esistenza l’uno dell’altro. Nel far questo ha citato gli accordi di Oslo fra Rabin e Arafat del 1993, ma ha omesso qualsiasi riferimento al fallimento delle trattative di Camp David, quando Arafat respinse all’ultimo momento l’offerta del primo ministro israeliano Ehud Barak di un compromesso che soddisfaceva per oltre il 90% le richieste territoriali palestinesi. Strana dimenticanza. Se Arafat infatti puntava a liquidare Israele attraverso la via demografica, imponendo il ritorno in Israele dei cosiddetti rifugiati, Hamas non intende riconoscere l’esistenza dello Stato di Israele in nessun caso. Si può essere neutrali sempre e comunque fra chi si difende e chi aggredisce? Fra chi nega il diritto all’esistenza e chi questo diritto già riconosce? Sì, dicono il Governo e la sua maggioranza, in nome della pace. Se questa è la scelta, e se per mantenere il punto occorre di volta in volta respingere le richieste Usa e Israeliane di una comune fermezza occidentale nei confronti di chi ha come obiettivo la distruzione dell’avversario, che senso ha dare addosso al segretario del Pdci? Forse soltanto quello di dirottare le critiche sull’anello debole di una catena che lega tutti i partiti di governo a una politica estera cinica e inconcludente, oltre che drammaticamente rischiosa per Israele e per l’Italia.

6 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Sfilavano feci, comprensibile che sia successo ciò che è successo.


COMUNISTI ASSASSINI DELLA NAZIONE

6:31 PM  
Anonymous Anonimo said...

Forse sarebbe il caso di non dedicare troppo tempo a stupidate fatti da stupidi (pagati o meno) in piazza, giorni e giorni a dibattere di cose futili.
Parliamo di cose serie: del film dei familiari delle vittime dell'11 Settembre che denunciano l'insabbiamento dei media e delle indagini ufficiali, che LORO avevano fatto nascere dopo le reticenze dell'Amministrazione Bush:
http://video.google.it/videoplay?docid=3228264304077323969&hl=it

Visto che il Sig. Taradash in televisione a Matrix si era arrogato di difendere le vittime e diceva di(s)parlare a nome loro, sarà interessato ad ascoltarli e gentilmente magari ci farà poi sapere la sua opinione a riguardo, grazie in anticipo.
Marco Seri

10:38 PM  
Anonymous Anonimo said...

Benchè qualcuno, ostinatamente, voglia trasferire il problema dalle piazze italiane, dalla direzione politica della nostra politica estera, dall'imperfettissima "equidistanza"adottata dai componenti della coalizione di governo ai filmati statunitensi diffusi da LuogoComune e dei quali abbiamo già lungamente dibattuto, è chiaro che i nodi prodotti dalle scelte condotte da questo governo potranno essere il vero scoglio sul quale s'infrangerà il Prodi II.
La situazione in Libano si fa ogni giorno più ingarbugliata, e noi vi abbiamo mandato (troppo frettolosamente) i nostri soldati, persino D'Alema ne è cosciente...

12:27 PM  
Anonymous Anonimo said...

Nessuna sorpresa è giustificata: tutti noi sapevamo benissimo quale rotta sarebbe stata impressa da prodi e i suoi sodali alla politica estera italiana; l'unica speranza è un'implosione a breve termine, estremamente probabile, di questa accozzaglia di partiti uniti solo dalla sete di potere. Per onestà intellettuale dobbiamo contemporaneamente augurarci un "rinascimento culturale" del centrodestra, che altrimenti resterà lontanissimo dagli ideali liberali da noi sostenuti.

8:32 AM  
Anonymous Anonimo said...

"ai filmati statunitensi diffusi da LuogoComune e dei quali abbiamo già lungamente dibattuto"

Ah se n è già parlato qui.. mi indicheresti un link?
Grazie,
Marco Seri

5:12 PM  
Anonymous Anonimo said...

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1:47 PM  

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