18.4.06

Le elezioni hanno premiato il Berlusconi liberale (e punito quello moderato)

Intervista di Stefano Magni a Marco Taradash
Da L'Opinione del 15 aprile 2006, p. 3
Nello stemma del partito hanno inserito un caimano, una sfida al film di Nanni Moretti contro Berlusconi. Ma il loro simbolo reale è il salmone. Perché è un pesce che va sempre controcorrente. Stiamo parlando dei Riformatori Liberali, creatura voluta da radicali storici quali Benedetto Della Vedova e Marco Taradash, soprattutto per tenere vivi gli ideali liberisti del centro-destra, sempre più annacquati dopo il ’94. Sono controcorrente rispetto al Partito Radicale, dal momento che Pannella ha deciso di schierarsi con la sinistra. Sono sicuramente controcorrente rispetto alla maggioranza cattolica della Casa delle Libertà con cui sono alleati. Andare controcorrente, per coerenza interna, in molti casi permette di osservare la realtà sociale senza le lenti distorcenti del conformismo intellettuale. Così quando tutti davano per spacciato il “berlusconismo” (termine popolare con cui si indica il sogno di un’Italia liberista), i Riformatori Liberali hanno scommesso sulla sua rinascita. E non avevano tutti i torti, per lo meno nel Nord Italia.
Secondo Marco Taradash, è stato soprattutto il liberismo redivivo dell’ultima campagna elettorale ad aver permesso al centro-destra di reggere all’urto del centro-sinistra. “Nell’ultimo mese prima delle elezioni, Berlusconi ha lanciato una straordinaria campagna elettorale scegliendo come chiave l’opposizione liberista al presunto, previsto, quasi scontato governo Prodi” – ci spiega Taradash – “in un solo mese ha recuperato tutto quel consenso che aveva perso in cinque anni di politica economica incerta, difensiva e poco improntata a scelte liberali. È stato fatto molto, sicuramente: ci si può vantare della Legge Biagi, della riforma del diritto fallimentare, della riforma delle pensioni e delle grandi opere. Ma se fosse stato avviato, durante la scorsa legislatura, quel grande piano di vendita del patrimonio pubblico, che invece è stato rimandato al programma 2006-2011, a quest’ora l’economia italiana ne avrebbe tratto grande giovamento”.
Dobbiamo dedurre che gli ideali del liberalismo (meno Stato, meno regole, meno tasse, più autonomie locali) fanno ancora presa sull’opinione pubblica?
La grande maggioranza degli Italiani è convinta che l’epoca dell’assistenzialismo dello Stato sociale che ti segue dalla culla alla tomba e della protezione ad ogni costo del posto di lavoro, è morta e sepolta. Di questo sono sicurissimo. Solo che nei cinque anni precedenti, gli Italiani si sono trovati di fronte a un governo dilaniato da lotte intestine, frenato dai centristi e dalla destra sociale e impantanato nel conflitto di interessi.
In che senso il conflitto di interessi ha costituito e costituisce un problema?
Impaccia Berlusconi come leader di una coalizione e impaccia tutti noi perché nasconde il vero conflitto di interessi: i veri interessi di potere ruotano attorno al centro-sinistra e soprattutto la stragrande maggioranza dell’editoria e della stampa è da quella parte.
Mi auguro che Berlusconi voglia vendere Mediaset ai suoi figli o a chiunque altro: ciò potrebbe rafforzare la nostra posizione politica. Voglio però ricordare che quando Berlusconi prese sul serio l’idea di poter vendere Mediaset a Murdoch, fu la sinistra ad opporsi e a pretendere che l’azienda rimanesse italiana.
Come si potrebbe risanare, invece, il conflitto di interessi della sinistra?
Solo sconfiggendo la sinistra. Oggi è ineliminabile, soprattutto nel caso Prodi formi il suo governo. Intorno alla sinistra è coalizzato tutto il potere sindacale, tutta la grande industria para-statale, tutto il potere della magistratura e tutta la grande stampa. Se hanno anche il governo, è chiaro che per l’opposizione sarà difficilissimo mettere in crisi un simile apparato. Mi auguro che il governo di centro-sinistra cada presto, vittima delle sue stesse contraddizioni e che si possa tornare a votare.
La sinistra, se dovesse riuscire a formare un suo governo, è culturalmente e politicamente attrezzata per assecondare le esigenze della società italiana?
Noi ci ritroviamo con la sinistra peggiore del mondo, seconda solo a quella venezuelana e ai regimi comunisti sopravvissuti. Mi pare del tutto incapace di adottare qualsiasi politica economica moderna e qualsiasi riforma liberale.
Per quanto riguarda la politica internazionale, quale sinistra prevale?
Il presunto premier Romano Prodi ha espresso molto chiaramente, in questi giorni, quale sarà la sua linea di politica estera, parlando di Hamas come di un soggetto politico con cui è necessario dialogare. Tutto questo mentre l’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Quartetto che sorveglia sul processo di pace, sono in allarme da quando, in questi giorni, il ministro degli Esteri di Hamas ha dichiarato che il suo sogno è quello di vedere Israele scomparire dalla carta geografica. Questa è la politica estera dell’Unione: filo-araba e motivata da istinti anti-occidentali.
Col senno di poi, i Radicali che hanno optato per l’alleanza con la sinistra e che sono entrati in Parlamento, hanno fatto una scelta giusta?
Non serve il “senno di poi”. Con il “senno di prima” abbiamo creato i Riformatori Liberali proprio perché consideriamo che questa scelta dei Radicali sia autodistruttiva e molto dannosa per tutto il Paese. I Radicali della Rosa nel Pugno sostengono che il loro merito principale sia quello di aver messo in luce tante contraddizioni all’interno del centro-sinistra. In realtà il centro-sinistra è tutto e solo in contraddizione con la cultura e la politica liberale.
È la prima volta che si vota con il nuovo sistema e i risultati sono incerti. È colpa del proporzionale o questo risultato sarebbe stato inevitabile anche con il maggioritario?
Il rischio di avere maggioranze diverse alla Camera e al Senato c’era anche con la legge elettorale precedente. È insito nel sistema bicamerale perfetto quale è il nostro. E quando le elezioni si vincono per uno 0,06%, qualsiasi sistema può essere messo in crisi. Piuttosto, credo che la legge elettorale vigente abbia fatto danni soprattutto a causa del premio di maggioranza. Anche qui, però, voglio ricordare che è stato il centro-sinistra a volere, per il Senato, un premio di maggioranza regionale, sulla base di una discutibile interpretazione della Costituzione. Detto questo, sono convinto che il sistema proporzionale non è ciò che serve al Paese e si deve tornare al maggioritario senza correzioni proporzionali. Perché tutti vogliono che i partiti si fondino in grandi formazioni, sia a destra che a sinistra, ma se c’è una legge proporzionale questa impresa sarà impossibile.
Quali saranno le vostre prossime mosse nella coalizione di centro-destra?
A maggio è prevista un’Assemblea per rilanciare il movimento. La novità emersa in queste elezioni è la tenuta del centro-destra e di Forza Italia in particolare. Lanceremo un appello a tutti i militanti radicali perché aderiscano al nostro movimento. Lavoreremo a un progetto contro l’eventuale governo di centro-sinistra e volto a rafforzare l’area liberale all’interno del centro-destra.

1 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Hai preso in considerazione che non a non tutti frega della destra e della sinistra ma crede solo che si possa benissimo vivere senza la destra e la sinistra e soprattutto di gente come te, Taradasch?

4:47 PM  

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