7.12.05

L'Europa gioca alla pace

Il viaggio in Germania di Condoleeza Rice, segretaria di stato Usa, ha fatto conoscere all’opinione pubblica europea una verità che la maggior parte dei governi aveva taciuto. Rice ha rivelato che – udite, udite - è in corso da qualche anno, più precisamente dall’indomani dell’ 11 settembre 2001, la guerra al terrorismo, dopo che per molto tempo la parte libera del mondo aveva subito inerme la guerra del terrorismo. Rice ha detto che questa guerra comporta operazioni di intelligence, segrete, e metodi al di fuori delle procedure giudiziarie. Fra questi in particolare il prelevamento di sospetti terroristi e la loro restituzione ai paesi d’origine. E anche, sospettano molti (ma Rice non l’ha ammesso) la loro cattura e detenzione in carceri segrete. Queste pratiche – ha aggiunto - hanno sventato attentati salvando molte vite ed è sempre stata rispettata la sovranità dei singoli Stati. Rice ha negato l’uso o il permesso d’uso della tortura, ma ciò che chiama “rendition”, restituzione, e dichiara legale per gli Usa, secondo le leggi europee si chiama “rapimento”. E questo apre il problema della convivenza fra un codice scritto che presuppone la pace e una situazione reale in cui si combatte una guerra. Gli Usa hanno deciso di affrontare il problema; i governi europei, nella loro generalità, preferiscono continuare a giocare alla pace.
Per quieto vivere, certo, ma anche perché è difficile sfidare il senso comune antiamericano che permea la cultura politica europea. Prendiamo il caso italiano. Prima pagina del Corriere della Sera di domenica 4 dicembre. Enzo Biagi scrive di aver individuato “fra le tante foto di uomini, donne e bambini uccisi dal fosforo bianco degli americani a Falluja nel novembre del 2004” il corpo di un giornalista e chiede che la sua foto diventi un simbolo di cosa è la guerra. E fa esempi analoghi: il giovane cinese di fronte al carro armato in piazza Tienanmen, il ragazzino con le mani alzate nel ghetto di Varsavia fra le SS, Hiroshima, l’ultima foto di Enzo Baldoni, quella di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
I comunisti cinesi che stroncano nel sangue una manifestazione pacifica, i nazisti che liquidano a sangue freddo i bambini ebrei, i tagliagola iracheni e somali e le bombe americane a Falluja. E’ la stessa storia? No, non lo è. Sotto l’apparente buon senso c’è una sostanziale mistificazione. L’assimilazione degli Usa ai nazisti, ai tagliagole e alla dittatura comunista cinese è il messaggio implicito. Che inganna e confonde. A Falluja l’esercito Usa ha ingaggiato una battaglia contro il quartier generale dei miliziani legati a Saddam Hussein e Al Qaeda dopo aver fatto evacuare dalla città circa 300 mila persone. Il fosforo bianco è stato utilizzato come arma in zone circoscritte dove era inefficace il ricorso ad altre armi. Ci sono stati morti fra i civili che non avevano obbedito all’ordine di uscire dalla città o per scelta o perché i terroristi islamici sono abituati a farsi scudo di donne e bambini. Biagi elogia i giornalisti di Rainews 24 che hanno divulgato la notizia. Ma quel servizio era ingannevole sulla questione fondamentale, la denuncia dell’uso di un’“arma chimica”. Il fosforo bianco è un’arma terribile, ma solo diversamente terribile dai “normali” ordigni utilizzati in guerra. E’ un “arma incendiaria” e il suo uso è ammesso dalle convenzioni Onu. Se Rainews avesse denunciato l’utilizzo di un’arma più crudele delle altre avrebbe reso un servizio alla verità. Se avesse avviato una campagna per chiedere agli Usa di rinunciarvi avrebbe fatto una cosa degna. Ma non avrebbe incassato alcun beneficio politico. Rainews ha anteposto alla verità e alle cose utili e degne il sentimento più diffuso e rispettato, l’odio contro gli americani, alimentando il sostegno internazionale alla “resistenza” irachena che dalla Salò di Saddam organizza ogni giorno massacri con le armi politicamente corrette dei kamikaze e delle auto-bomba.

1 Comments:

Blogger Lo PseudoSauro said...

Marco: concordo sull'impostazione di base, e quindi sulla volonta' europea d'ignorare la realta' contingente, obbedendo ad obsoleti schemi ideologici che impediscono anche solo di scorgere la visione pragmatica di tutte le amministrazioni USA: sia democratiche che repubblicane. E questo, nonostante la "problem solution" USA ci abbia salvato le chiappe gia' parecchie volte. Credo che molti dei nostri "luminari" del giornalismo non riescano nemmeno ad avere una pallida percezione della realta' e quindi del reale pericolo che corre la civilta' occidentale: quella che attraverso l'illuminismo ha partorito le due opposte concezioni del mondo che ancora oggi si fronteggiano nonostante una di queste abbia dato prova di se in piu' di un secolo di disastri.

Ma stigmatizzo il fatto che c'e' una costante falsificazione, colpevole e strumentale, da parte di una gran parte dei media, delle "prove" esibite, e noto come cio' somigli piu' alle antiche pratiche inquisitorie; mi domando dunque dove mai sia finito Cartesio ed il suo metodo d'indagine. Nonostante l'anticlericalismo imperante si e' scelto di mantenere il "meglio" del fu potere temporale dei Papi. In tale contesto la stessa Chiesa Cattolica pare essere anni luce avanti; per non parlare della societa' laica che uscita dalla Riforma, e' arrivata fin sulla luna.

In tale contesto d'immobilismo suicida non vedo molto spazio per la lotta politica e, personalmente, mi sto orientando verso l'emigrazione. Credo che il messaggio della Rice sia chiaro: s'impone una scelta tra realta' e fantasia se non si vuole tornare al 1938. E non e' detto che gli USA, questa volta, potrebbero aver voglia od interesse ad intervenire. Tanti auguri.

12:16 PM  

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