Zapatero e Erdogan ci chiedono di cedere all'intifada delle vignette
In un documento congiunto pubblicato sui quotidiani di vari paesi il primo ministro spagnolo Zapatero e quello turco Erdogan chiedono di mettere fine allo ”scontro di inciviltà” che ha fatto seguito alla pubblicazione delle vignette sull’Islam, e dichiarano che, seppure legale, la pubblicazione delle caricature deve essere “respinta per ragioni morali e politiche”. E’ un gravissimo passo falso sia per la Spagna sia per un paese come la Turchia che aspira, come noi auspichiamo, alla piena integrazione nell’Unione Europea. In sostanza Zapatero e Erdogan chiedono all’Europa di rinunciare alla propria tradizione di libertà di parola e di espressione, e di applicare la censura ogni volta che l’uso delle libertà fondamentali entri in conflitto con la sensibilità di chi non condivide questa tradizione. Mi chiedo se Zapatero e Erdogan si rendono conto di quanto insopportabile sia lo scotto da pagare per conseguire quella che del tutto arbitrariamente chiamano “alleanza di civiltà”.
Il mondo occidentale comprende all’interno della sua civiltà anche la possibilità di insultare e bestemmiare, senza pagare altro prezzo che quello previsto dalle leggi di ogni singolo paese, affidando a un giudice imparziale la valutazione dell’esistenza di un eventuale reato. Non c’è peraltro dubbio che nessuna delle caricature pubblicate prima sul giornale danese e poi su altri quotidiani europei non viola nessuna legge in nessun paese occidentale. Se il principio esposto da Zapatero e Erdogan si tramutasse in legge o soltanto in costume, in censura o in autocensura, l’Europa accetterebbe di piegarsi al ricatto di qualsiasi fanatico religioso o ideologico che non sopportasse di veder messo in discussione il proprio credo. E, se il metro del giudizio fosse quello della sensibilità personale o popolare, verrebbe meno qualsiasi possibilità di esprimere il proprio pensiero senza il timore di ritorsioni.
L’Europa che, di fronte all’intifada delle vignette organizzata dai più autoritari e fanatici governi islamici, ha dimostrato nel suo complesso di possedere ancora una spina dorsale, non ha ceduto al ricatto della violenza. Ma sarebbe gravissimo se fosse disposta a svendere i beni più preziosi della sua cultura civile, quelle libertà individuali di pensiero, parola ed espressione su cui si fonda ogni dialogo e ogni possibilità effettiva di pace. Se la linea Zapatero-Erdogan avesse successo, non vi sarebbe nessuna alleanza fra civiltà ma al contrario il dilagare delle pretese violente ed oppressive di chi odia uno stile di vita libero e si propone di sottometterlo al proprio fanatismo.
3 Comments:
Molto interessante riguardo all'argomento è anche un articolo di Luca Sofri sul suo blog wittgenstein....interessante, mi pare in particolare, la frase di chiusura del pezzo dove dice:"dare il diritto a qualcuno di comportarsi da cretino, o anche solo trovargli giustificazioni, è come dargli del cretino". In riferimento ovviamente agli atteggiamenti accondiscendenti, indulgenti e rispettosi dei vari soggetti che catechizzano:"Per loro è offensivo, allora smettiamola!", soggetti questi che fanno la figura dei "calabraghe", i relativisti culturali dei sempre buoni multiculturali europei, i quali nella loro totale tolleranza divengono addirittura intolleranti censurando libertà come la satira......
è incredibile la chiarezza e la limpidezza di idee che contraddistingue questo blog: se tutte le persone potessero ragionare cosi', questo mondo sarebbe sicuramente migliore! :)
Inoltre, non c'è niente di conciliante nella posizione di Erdogan: in fondo ancora la posizione della Turchia non è chiara e questa posizione appare, in questo momento, come un'ulteriore pretesa più che un tentativo di pacificazione, un affondo, più che una mano tesa; la Spagna, dal canto suo, tira i remi in barca per evitare di attirarsi ulteriori inimicizie da parte dei (e ce ne sono) nostalgici del Califfato di Cordoba...
Non è questa la strada: trattare la questione troppo supinamente convincerà la controparte che la strada della prepotenza e dell'arroganza che ha intrapreso sia quella giusta.
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