29.6.06

Scirocco. La nuova (?) politica estera italiana.


Nel silenzio (stralunato forse, comunque lunare) dell’opposizione il governo Prodi-D’Alema piccona giorno dopo giorno la politica internazionale costruita da Berlusconi, restituendo del nostro paese l’immagine consueta: una penisola schiaffeggiata dal vento del sud-est, lo scirocco, e agganciata al resto d’Europa da una rete di affari del tutto avulsa da un qualsiasi progetto politico. Si torna a Andreotti (che almeno sapeva intrufolarsi nelle zone grigie del confronto fra i blocchi) , al filo-petrolarabismo, alla pedestre antipolitica dell’equivicinanza fra dittature e democrazie, fra teocrazie e civilità occidentale.
Le prime mosse di D’Alema su Iran e Israele sono significative (e più eloquenti delle baruffe su Iraq e Afghanistan). Mentre l’Unione Europea e gli Usa sono impegnati in una estenuante trattativa col governo iraniano per imporre la rinuncia al progetto di arricchimento dell’uranio, che porterà l’Iran a possedere un’arma atomica, il ministro degli Esteri incontra il suo collega iraniano Mottaki e sottoscrive un documento congiunto. Nel testo viene riprodotto testalmente l’abracadabra dietro cui si celano le smanie di potenza dell’emulo di Hitler, il presidente islamonazista Ahmadinejad, quello che giudica l’olocausto “un mito” (e che si accinge a nominare una commissione “indipendente” per accertarne definitivamente la falsità) e che vuole cancellare Israele, “un tumore”, dalla carta geografica del pianeta: l’Italia riconosce “il diritto inalienabile dell' Iran ad accedere all'energia nucleare a scopi pacifici”, una formuletta usata da tutte le canaglie islamiche a tutela del riarmo iraniano. D’Alema per giunta si affretta a far sapere che l’Italia non potrebbe mai accettare, per il danno che ne ricaverebbe, eventuali sanzioni contro l’Iran. E fa questo mentre l’Onu esercita una fortissima pressione sull’Iran, porgendo con la mano destra la carota di aiuti economici in cambio di un accordo mentre con la sinistra agita dietro la schiena il bastone delle sanzioni. Il dissenso pubblico del governo italiano ha reso ridicola la minaccia.
Sul conflitto israelo-palestinese il criterio è analogo. L’altro ieri il sottosegretario Vernetti ha ripreso un’idea dell’ex premier spagnolo Aznar: allargare la Nato a Israele, per rafforzare l’alleanza contro il terrorismo internazionale e per offrire a Israele quella garanzia concreta di sicurezza davanti alla minaccia atomica iraniana che è la premessa di ogni gesto di generosità verso i palestinesi. D’Alema avrebbe potuto considerare l’ipotesi, valutarne i pro e i contro. Da lui soltanto gelo, invece, e una frase liquidatoria: “ipotesi irrealistica”. Nel consenso generale del centrosinistra, e in particolare del sottosegretario rosapugnone Ugo Intini: “E’ giusta l’equivicinanza fra israeliani e palestinesi – ha detto - perché da tutte e due le parti è mancata una volontà politica per la pace”. Equivicinanza. Fra l’unico paese democratico del medio-oriente e il quasi-stato palestinese, governato da chi vuole distruggere Israele. Un quasi-stato che resta tale soltanto per la maniacale volontà di Arafat e dei suoi successori di mantenere aperto il conflitto, attraverso una guerra quotidiana le cui armi sono bambini cui è stato insegnato ad amare la morte e ad odiare l’ebreo, alimentata da uomini e donne farciti di esplosivo e drogati dagli onori e dai quattrini postumi che frutta il sacrificio della vita per la patria e per Allah. Dio salvi i palestinesi, soprattutto loro, dall’equivicinanza italiana.

27.6.06

Prima sì all'Iran, poi no a Israele. D'Alema non perde un colpo


Perché far cadere subito l’ipotesi del sottosegretario Vernetti di proporre l’ingresso di Israele nella Nato? Passi finché a dire no sono i gruppi della sinistra antagonista e un sottosegretario ccome Bobo Craxi che, per mascherare il suo pregiudizio antiisraeliano, riduce la politica estera a semplice rapporto di forze in campo, come se la caduta dell’impero sovietico prima, il deflagrare del terrorismo islamico poi, non avessero drammaticamente messo fuori gioco la teoria classica dell’equilibrio della forza. Ma quando è lo stesso ministro degli Esteri D’Alema a troncare sul nascere la discussione con argomenti di realismo spicciolo, nasce il sospetto che effettivamente la politica estera italiana abbia abbandonato qualsiasi ipotesi di disseminazione dei principi democratici nei paesi a regime autocratico o teocratico. Il primo passo di cordiale non interferenza è stato compiuto qualche giorno fa verso l’Iran. Ora la strizzata d’occhio rivolta al governo palestinese. Siamo di fronte a inaccettabili passi indietro. Noi riteniamo invece che la proposta Vernetti, finalmente una voce fuori dal coro, debba essere raccolta con interesse e quanto meno sottoposta al giudizio della Nato e del governo israeliano.
L’idea dell’adesione di Israele alla Nato peraltro non è nuova. Nello scorso marzo l’ha sostenuta l’ex primo ministro spagnolo Josè Maria Aznar, secondo cui è necessaria una profonda riforma della Nato per rafforzare la lotta all’estremismo islamico e al terrorismo. Aznar chiede a questo scopo l’integrazione nella Nato anche di Giappone e Australia.

[El ex presidente del gobierno español José María Aznar instó a que la OTAN realice profundas reformas a fin de combatir al extremismo islámico y que se amplíe para admitir a Israel, Japón y Australia. 

En un escrito publicado el jueves por el Instituto para los Asuntos Contemporáneos de Jerusalén, Aznar dijo que ''resulta imperativo defender nuestros valores y nuestro estilo de vida contra una nueva amenaza: el extremismo islámico y el terrorismo''. El artículo tenía como base una presentación que hizo Aznar en el instituto el 16 de marzo.

 Para transformar a la Organización del Tratado del Atlántico Norte de una alianza militar contra el ahora extinto bloque oriental, a una fuerza que pueda contrarrestar la actual amenaza, escribió, ''la OTAN debe cambiar la mira hacia la lucha al terrorismo, que es la principal amenaza actual. En realidad, se trata de una amenaza existencial''.

Aznar señaló que la alianza, que se formó después de la Segunda Guerra Mundial con el objeto de contrarrestar al surgimiento de la Unión Soviética y de sus aliados, debe cambiar de rumbo de su definición geográfica y ''ampliar su membresía, abrir sus puertas a aquellas naciones que comparten nuestros valores, que las defienden sobre el terreno y que desean unirse a la lucha contra el islamismo radical. Por lo tanto la OTAN debería invitar al Japón, Australia y a Israel, a fin de que sean miembros integrales''].


Napolitano, fallo da rigore


Se è vero che il presidente Napolitano ha telefonato subito dopo la vittoria del No a Oscar Luigi Scalfaro, come da questi riferito, per “fare gli auguri” (di che?) e dargli “un abbraccio” in nome dell’antica amicizia, va quanto meno detto che ha sbagliato l’ora e il giorno della chiamata. Il suo è stato un intervento inopportuno e falloso. Al di là dell’esito del referendum. il presidente Napolitano avrebbe dovuto astenersi dal congratularsi con chi ha giocato una parte da protagonista nella campagna referendaria. Tutte le prediche piovute da sinistra sui pericoli incombenti, a causa della riforma della costituzione, sulla neutralità e terzietà del capo dello Stato si sono rivelati subito per quello che erano: una triste opera di disinformatia che serviva a mascherare l’uso spregiudicato che delle istituzioni viene fatto a sinistra, da Bertinotti fino, purtroppo, a Napolitano. Speriamo sia questa una scivolata occasionale, ma certo, vista l’occasione, meriterebbe almeno un calcio di rigore.

22.6.06

Ops.. Gregoraci smentisce laRepubica, il quotidiano cazzofichista.


Il virgolettato de laRepubica, quotidiano cazzofichista, era falso.
«Non ho avuto nessun rapporto sessuale con Salvatore Sottile nè ho subito alcuna pressione, le uniche pressioni che ho subito le ho ricevute dal pubblico ministero Henry John Woodcock». Ad affermarlo è Elisabetta Gregoraci in relazione a notizie di stampa sul suo coinvolgimento nell'inchiesta di Potenza.
«Sono stata interrogata per delle ore da tre persone in una stazione di polizia - prosegue Gregoraci - ed è un'esperienza che non auguro a nessuno. Altro che pressione». «Le notizie diffuse dalla stampa sono completamente false - aggiunge la soubrette - Sono vittima di una campagna diffamatoria che ha distrutto la mia vita. Ho incaricato i miei legali di tutelare la mia immagine e di attivare tutte le procedure necessarie affinchè mi siano risarciti i danni avuti».
HJW dice che la registrazione dell'interrogatorio gli dà ragione. E chi se ne frega. Noi ci fidiamo soltanto delle intercettazioni.

Ma la Gregoraci ha mentito



Lei “confessa”. Però Sottile nega tutto. Mai stato a letto, o su un divano ministeriale, con la Gregoraci. Siamo in grado di provare, attraverso una documentazione fotografica inoppugnabile, che è Sottile a dire la verità. A sinistra c’è la foto del portavoce di Fini prima dell’incontro con la bella, a destra Sottile subito dopo. E’ molto più brutto. Il bacio evidentemente non c’è stato.

Giustizia Antelucana


“Ho conosciuto il dottor Salvo Sottile attraverso Cristiano Malgioglio, io volevo sfondare in Rai, l’ho contattato. Sapevo che per raggiungere quell’obiettivo dovevo dare qualcosa in cambio. Ho ceduto, ho avuto rapporti sessuali col dottor Sottile, alla Farnesina, a Palazzo Chigi ed in altri posti. Ma lui non mi ha mai costretta, minacciata o violentata. Ero consenziente, sapevo quello che facevo”. Virgolettato della “confessione” di Elisabetta Gregoraci davanti al Pm di Potenza Woodcock, da laRepubblica di oggi (il termine confessione è del quotidiano romano). Ma Woodcock non è un padre confessore. E’ un Pm duro e rigoroso, tant’è che, scrive laRepubblica, per arrivare alla verità “alza la voce”. Concussione sessuale è l’accusa. Verso la Gregoraci? No, verso Sottile. Ma come, la conduttrice televisiva ammette di aver “contattato”, ossia di essere andata a cercare Sottile con la precisa idea di “dare qualcosa in cambio” dell’obiettivo di “sfondare in Rai” e ai ferri ci sta Sottile? Qualcosa non torna. Chi è in questo caso la vittima e chi il colpevole? E, se non c’è vittima, anzi entrambi escono assai soddisfatti dall’incontro, è possibile che ci sia un colpevole?

Premio Scalfaro


Premio Strega alla Costituzione. Lo ritira Oscar Luigi Scalfaro. Premio Scalfaro alla Costituzione. Lo ritira Vanna Marchi

14.6.06

Sì al Referendum, minchia!


La Lega Coop è per il No, la Compagnia delle Opere per l'astensione. Non ci resta che sperare nel Sì della terza associazione di interessi del genere.

13.6.06

Bigiotteria etica


“La bigotteria non è che una desolante caricatura pseudo-spirituale, frutto quasi sempre di mancanza di dottrina e anche di una certa deformazione umana: è logico che risulti ripugnante a chi ama l'autenticità e la sincerità”. Parola di Josemarìa Escrivà, proprio lui, lo sponsor del “Codice da Vinci”. Bigotteria è parola grossa, forse, se applicata alle reazioni di una parte importante del centrodestra, ogni volta che sono in ballo questioni etiche. Soprattutto se pensiamo che alla bigotteria Escrivà opponeva la pietà cristiana. Forse è meglio parlare di “bigiotteria”, imitazioni a poco prezzo dei gioielli della tradizione reazionaria e clericale.
Dai Pacs, al finanziamento della ricerca sulle cellule staminali embrionali, fino alle narcosale di Ferrero, mai un attimo di pensiero prima di lanciare in rete la dichiarazione allarmata, indignata, sconcertata.
Il Tramonto dell’Occidente se due disgraziati vogliono vivere serenamente il loro amore nel modo che Dio, o gli dei, o la natura, o i malatempora gli consentono; Il Trionfo di Mefistofele ( "Io sono lo spirito che vuole sempre il Male ed opera eternamente il Bene") se l’Italia autorizza non se stessa, ma i paesi nei quali la ricerca sugli embrioni è consentita, a ricevere fondi pubblici europei, invece di consegnare gli embrioni al destino infingardo del cassonetto dell’immondizia; la Resa al Relativismo se un ministro appena appena ipotizza, prendendo le distanze da se stesso nel momento medesimo in cui risponde a quella domanda di RR, la possibilità di consentire in Italia un presidio sanitario che in altri paesi del mondo libero ha realizzato il contenimento della tossicodipendenza e delle malattie che ne conseguono.
Bigiotteria etica, che distrae il centrodestra esaltandolo ed lo esalta distraendolo dal suo dovere più laico, ma non meno etico: quello di contrapporrsi alle sgangherate politiche economiche, estere, istituzionali di un centrosinistra lasciato libero di malfare e di disfare.

8.6.06

Apprendista Stregone


In un’intervista all’Espresso Piero Fassino affida al voto referendario la funzione impropria di “chiudere il ciclo del berlusconismo”. E’ la versione politically correct della “spallata”. Le accuse che Fassino muove al “berlusconismo” sono per noi un elenco di meriti, se al fondo c’è quello che definisce come il tentativo “di modificare la costituzione materiale della società italiana” e di “cambiare gli assetti politici e sociali del paese”. Una Costituzione è viva quando vive in sintonia con i cambiamenti del paese e riesce sia a spezzare gli equilibri conservatori che nel tempo si manifestano, sia a garantire competitività ed efficienza alle istituzioni pubbliche. E’ solo grazie a Berlusconi che in Italia si è affermato il bipolarismo, o no?

Punti di vista. Ma quando entra nel merito del quesito referendario Fassino compie una clamorosa falsificazione, non ingenua, accusando la riforma del centrodestra di introdurre “20 sistemi sanitari diversi, uno per regione, e 20 politiche energetiche”. La verità è l’esatto opposto. La devolution del centrodestra ripara i guasti dell’impresentabile modifica costituzionale introdotta, con quattro voti di maggioranza, dal centrosinistra nel 2001. Basta solo un po’ di onestà e competenza per ammetterlo. Se si perde troppo tempo a consultare la lista dei firmatari dell’appello per un “no riformatore” promosso da Augusto Barbera, si legga quel che ha scritto in modo felpato ma chiaro il 27 maggio scorso su Europa Guido Bodrato, un rigido fautore del “no conservatore” alla Oscar Luigi Scalfaro:“In realtà il “no” alla devolution è il punto debole del referendum, poiché facendo cadere il vulnus leghista all’unità nazionale, si tiene in piedi una precedente riforma del titolo V, forse peggiore”. Il centrodestra ha infatti restituito allo Stato proprio quei settori cruciali come l’energia o le reti strategiche di trasporto che il centrosinistra aveva ad esso sottratto, e per il resto, scuola, sanità, polizia locale, o non ha cambiato nulla o ha corretto a favore dello Stato.

Fassino finge di ignorare tutto questo allo scopo di indurre le regioni meridionali a votare ‘no’ contro Bossi e Berlusconi. Ma trattando i meridionali da babbei, Fassino si comporta da apprendista stregone: con il rischio di creare una frattura insanabile fra Nord e Sud e di alimentare tensioni incontrollabili.

Al Zarkawi ucciso. Ora è in Paradiso dice Al Qaeda.


Sì, a vedere i film di John Wayne

7.6.06

Vola colomba bianca vola


Non so se siano vere le accuse del Consiglio d’Europa sulla corresponsabilità di 14 paesi europei nell’attività illegale della Cia contro il terrorismo, i cosiddetti “trasferimenti” di presunti terroristi prelevati a forza sul territorio europeo. Ma se fosse vero, e se l’Italia insieme a altri 6 paesi europei avesse direttamente affiancato l’attività dell’antiterrorismo Usa, come afferma la relazione Marty, il governo Berlusconi non avrebbe niente da rimproverarsi. L’Italia avrebbe soltanto fatto il proprio dovere nei confronti dell’Europa, contribuendo a ridurre ai minimi termini il rischio di attentati terroristici sul territorio europeo da parte delle milizie kamikaze di Al Qaeda. L’uso dell’”intelligence” è sempre stato invocato da sinistra come alternativa alle guerre preventive e alla restrizione delle libertà civili. Le operazioni Cia rientrano in questo quadro, e l’eventuale cooperazione dei governi europei è una garanzia che le azioni dell’antiterrorismo Usa non si trasformino in abusi finalizzati al rafforzamento del potere del governo americano oltre i confini del diritto internazionale e della pari dignità fra gli stati.

Un governo Suvietico


Da Repubblica.it - "Le prime ipotesi di misure: il governo punta sulla lotta all'evasione
ma anche su nuovi paletti per ministeri ed enti locali
Stretta ai crediti Iva, Suv stangati
e rispuntano le rendite finanziarie
Prodi assicura: "I nostri interventi non peseranno sulle famiglie".
La prima mossa "economica" del governo Prodi-Pecoraro Scanio non poteva che essere questa: tassare i Suv, cioè quei macchinoni che costano un occhio della testa, ma non più delle lancetesi, delle mercedesnere, delle cabriomiddlescent, e che generalmente inquinano di meno, ma che irritano di più il popololavoratore e i manettecologisti perché così va il mondo. D'altra parte cosa aspettarci da un governo Prodi-Cossutta in politica estera?

6.6.06

Pacs: si può evitare il conflitto telogico. Da entrambe le parti.


I Pacs dovrebbero essere uno strumento eccezionale da offrire soltanto a coppie (omosessuali o eterosessuali) che non hanno possibilità di accesso al matrimonio. Se questa impostazione venisse fatta propria dal Parlamento non si creerebbe in nessun caso un conflitto né teorico né teologico con l’istituzione matrimoniale così come oggi è concepita nella Costituzione e tenacemente difesa dalla Chiesa cattolica. La quale ha, naturalmente, pieno diritto di riconfermare le proprie dottrine anche nei termini più inflessibili, come oggi ha fatto ad esempio anche in materia di contraccezione.
La stessa Chiesa comprenderà bene però che nel momento in cui si rivolge ai legislatori per scongiurare provvedimenti contrari alla sua dottrina, è legittimo chiedere che il confronto si svolga su un piano di civiltà e ragionevolezza. Attribuire all’”eclissi di Dio” ogni diversa opinione sull’opportunità di garantire alcuni diritti sociali alle famiglie cui è impedito il matrimonio appartiene non al confronto civile ma ad un esercizio quanto meno inappropriato della grande autorità spirituale di cui la Chiesa dispone.

"Mi ricordo una vecchia canzone/ Che cantavano in curva gli ultras.." (inno tifosi Bologna)


Titolo oggi su Repubblica: Gli interrogatori di Borrelli: 'Meglio confessare, avrete sconti di pena'